Brindisi. Una città millenaria.
Densa di storia e di mistero. Storia che parte dal Neolitico e arriva fino ai
nostri giorni. Una storia che parla di Re, Regine, Imperatori, Scomuniche,
Crociate, e che si lega tutta alle vicende del suo bellissimo porto naturale,
unico al mondo, decantato da autori classici quali Plinio il Vecchio e
Virgilio. Un porto che ha seguito, e tutt’ora segue, le vicende della città,
alternando “Eta’ dell’Oro” a momenti di vera decadenza, come quello attuale. In
città monumenti quali le Colonne Romane, la Cattedrale romanica dell’anno 1099
(oggi rifatta con schemi settecenteschi dopo il terremoto del 1743), la Chiesa
di S. Benedetto ancora più antica di tutte, del 1088, affascinano il
visitatore. Ma tra queste, una tra tutte,
rimasta per anni nell’oblio generale,
senza guide specifiche (se non quelle degli addetti alla custodia del
Tempio), è il monumento più visitato della città: la chiesa di San Giovanni al
Sepolcro. Particolare, unica, stupenda, misteriosa, affascina i turisti con la
sua forma circolare, caratteristica degli Ordini Cavallereschi medioevali.
Fondata probabilmente coeva alla cattedrale nel 1099, riproduce fedelmente la
Rotonda dell’Anastasis di Gerusalemme voluta da Costantino in Terra Santa. E’
una delle rappresentazioni più fedeli dell’Occidente cristiano. La sua
fondazione come ci rivelano i documenti ufficiali, è da attribuire ai Cavalieri
del Santo Sepolcro, fondato da Goffredo di Buglione a Gerusalemme nel 1099 dopo
la presa della Città Santa, ma soprattutto a due personaggi, quali Boemondo
d’Altavilla e Tancredi. Normanni quindi. Normanni che fanno di Brindisi,
proprio durante e dopo le crociate uno dei loro maggiori scali da e per la
Terra Santa; sotto di loro, Brindisi, riprende il suo antico splendore. Proprio
per questa sua importanza strategica, da sempre Porta d’Oriente, a Brindisi
durante l’età medievale, trovano “posto” tutti gli ordini cavallereschi.
Templari, Ospedalieri, Lazzariti, Teutonici, Santo Sepolcro, tutti qui a
Brindisi. Radicatissima e forse di vitale importanza per tutto quanto fatto e
realizzato a Brindisi, era la presenza ebrea. San Giovanni al Sepolcro, chiesa
storica e misteriosa, la sintesi di leggende medievali, pagane e storiche. Un
enigma che ha richiesto da parte di studiosi ed esperti anni di lavoro e
ricerca. Nonostante l’interesse dimostrato anche del pubblico, per anni gli
storici locali hanno snobbato lo studio di questa bellissima chiesa, e
ultimamente, l’interesse sta crescendo. La gente è attratta dai suoi simboli,
dai suoi codici scolpiti nella pietra e nelle colonne, dalla sua struttura
esoterica, insomma attratta dalla storia e dai misteri che questa chiesa
racconta. A partire dai portali, tre, ovvero Nord-Est-Ovest, che con l’altare
formano un unico disegno: la “croce a otto punte” , precisamente la “Croce
delle Otto Beatitudini”, usata dai Cavalieri di Malta
La chiesa di San Giovanni al Sepolcro a
Brindisi, a fianco la Croce delle Otto Beatitudini che si forma nelle geometrie
della chiesa
La forma circolare della chiesa appunto,
scandita da sedici colonne (otto
addossate alle pareti e otto al centro della chiesa), rinvia anche al numero
“otto”, simbolo del battezzo e della
redenzione. La chiesa difatti fu probabilmente usata come battistero, questa
ipotesi al contrario oggi è rifiutata dalla maggior parte degli storici locali,
mentre le prove “archeologiche”, attestano l’esatto contrario: il fonte
battesimale della chiesa di San Giovanni al Sepolcro a Brindisi è oggi una
fontana, o meglio, è posto come contenitore dell’acqua per una fontana nel
centro di Brindisi, la fontana De Torres in piazza della Vittoria. Questo
potrebbe essere uno dei tanti “misteri” della chiesa di San Giovanni al
Sepolcro, che a mio avviso ne nasconde altri, ancora più interessanti e unici.
Le ricerche da me condotte all’interno del tempio di San Giovanni al Sepolcro,
chiamasi appunto tempio e non “chiesa”, hanno mostrato dei collegamenti con
antiche leggende medievali e messo in luce aspetti non presi in considerazione
dall’”archeologia” e dalla storia ufficiale. Prima di tutto il portale oggi di
ingresso alla chiesa, ove sono posti due leoni stilofori che si guardano tra
loro, e già qui la prima stranezza. Nelle chiese medievali, i leoni sono posti
di fronte all’osservatore, questi invece si guardano tra di loro, come a
volersi tramandare un messaggio. Il messaggio che forse è scolpito sul
bellissimo stipite della porta? Analizzando difatti il grande disegno che si
snoda nella parte destra e sinistra del portale Ovest, è stato possibile
risalire ad una delle leggende più antiche e affascinanti: la leggenda del
Santo Graal. Riferimenti specifici, quali la Coppa, l’elefante, le dee pagane
della parte sinistra, cacciatori, lottatori, rinviano ad un qualcosa di perduto
nel tempo, in maniera precisa evidenziano un retaggio regale, una sorta di
dinastia persa nei secoli. Tutto ciò e stato possibile analizzando ogni singolo
simbolo della chiesa di San Giovanni al Sepolcro, la decrittazione completa del
portale la si può trovare nel libro apposito dal titolo “San Giovanni al
Sepolcro: il Segreto dei Templari”, e che sarebbe troppo lungo disquisire in
questa sede. Basti che si sappia, che il disegno del portale comincia con una
Coppa da cui si diparte un gigantesco Albero della Vita, un disegno molto
simile a quello della Cattedrale di San Nicola di Bari e del mosaico della
cattedrale di Otranto del presbitero Pantaleone. Anzi forse la stessa scuola di
Otranto, come attesta il mosaico della Cattedrale di Brindisi, andato ormai
distrutto (ne rimangono pochi frammenti nella stessa), opera appunto a Brindisi
negli anni della costruzione della cattedrale e, forse, proprio l’ordine
basiliano ordina la costruzione di un mosaico identico a quello di Otranto. Tra
l’altro la presenza Basiliana è attestata a Brindisi dalla presenza in epoca
medievale di una abbazia basiliana sull’Isola di Sant’Andrea nel porto esterno
ove oggi sorge il castello alfonsino. Prima dell’odierno castello alfonsino,
sull’isola vi era un enorme castello, usato poi come abbazia dagli stessi monaci.
Di questa abbazia-castello se ne possono ammirare i bellissimi resti, dei
capitelli e delle colonne, nel cortile del Museo Archeologico Provinciale
“Ribezzo” di Brindisi. Il particolare è che c’è proprio una colonna di questa
abbazia con due elefanti da cui parte anche qui l’Albero della Vita, la stessa
cosa si verifica a San Giovanni al Sepolcro, dove la coppa è posta su un
elefante, e da qui parte l’Albero della Vita.
Tre immagini del portale di San
Giovanni al Sepolcro, dal basso l’elefante e la Coppa-Graal, i pavoni
simmetrici con la coppa dello stipite destro, sopra a destra, il trionfo del
bene sul male con l’ippogrifo che toglie un serpente dalla lupa
Un altro elemento importante nel
portale di San Giovanni si trova nella parte sinistra dello stesso, ove vi sono
rappresentate due dee pagane, identificate come Cibele ed una Nereide. Elementi
assai strani per una chiesa cristiana. Analizzandone la loro storia e il loro
simbolismo è venuto fuori il collegamento con la Grande Madre. Difatti il culto
delle Nereidi, confluì in quello delle famose Sirene, esseri dalle sembianze
uomo-pesce, e ricordando con ciò proprio la sirena bicaudata del mosaico di
Otranto con le due code che lasciano intravedere l’organo genitale. Per tutti i
popoli sulla Terra, il culto della Grande Madre è stato importantissimo. Per
gli egizi era Iside, Ishtar per i babilonesi, culto femminile che poi è stato
soppiantato da quello maschile con l’avvento del Cristianesimo. Ma perché un
tale simbolo, un tale significato, scolpito sul portale di una chiesa
cristiana? Per i Cristiani difatti la Grande Madre, la Dea, corrisponde alla
Vergine Maria, in questo caso c’è però una particolarità. La Dea-Madre ha a che
fare con l’acqua. Per gli gnostici cristiani la Dea, dispensatrice di
fertilità, era proprio una certa Maria Maddalena, recentemente al centro di
cronache rosa che la vogliono sposa di Gesù Cristo. La leggenda di Maddalena
difatti si collega all’acqua proprio, poiché essa, ci dice la Leggenda Aurea
del Varazze, arrivò in Francia via mare, nei pressi di Saint-Marie de la Mer
nella Camargue. Effettivamente, il portale si inserisce in una corrente
gnostica, visto i suoi legami con la scuola di Otranto, ed è quindi palese che
qualunque cosa avesse voluto dire il costruttore del portale e del mosaico,
dovesse in qualche modo confluire nella cultura del tempo. La storia del Santo
Graal e della discendenza reale? E’ questo il segreto del portale di San
Giovanni? Un inno al paganesimo? Forse niente di tutto questo, o forse tutto. La
cosa che è certa, e non la si può certo mettere in dubbio, e che appena dal suo
ingresso, San Giovanni al Sepolcro ci parla di una cultura non cristiana, ma di
una cultura pagana. Pensate che Brindisi rimane pagana fino al V secolo d.C.,
quando l’avvento di un certo Leucio, estirpa il paganesimo dalla città,
impiantandovi il Cristianesimo.
Nel tempio di San Giovanni al
Sepolcro si è anche avuto modo di scoprire, partendo dal portale oggi di
ingresso, la simbologia del “labirinto”, un simbolo che nel medioevo aveva una
forte valenza soprattutto per i pellegrini che non si potevano recare in Terra
Santa, per effettuare il lungo e pericoloso pellegrinaggio. Il pellegrino
difatti, prima di avvicinarsi al fonte battesimale, posto al centro della
chiesa, e quindi all’altare, doveva compiere un giro intorno al colonnato della
chiesa, e proprio nel punto centrale quasi del labirinto, troviamo il simbolo
del Nodo di Salomone, un antico simbolo utilizzato soprattutto dai Cavalieri
Templari, per indicare luoghi sacri. La presenza dei Templari a San Giovanni al
Sepolcro, è testimoniata anche da un altro simbolo, la Triplice Cinta, posta
sulla muratura del portale oggi di ingresso alla chiesa, quello Ovest di cui
abbiamo parlato sopra. Questi simboli, si trovano appunto in chiese che sono
proprietà dell’Ordine Templare, indi è evidente la loro presenza in questo
sito, senza contare che la casa templare di Brindisi, si trovava proprio alle
spalle del tempio. Oggi ne rimane solo una croce intrecciata tipica
dell’Ordine, in una finestra di una casa provata adiacente al tempio,
testimonianza dell’antico ordine templare. Per molto tempo la presenza templare
a San Giovanni al Sepolcro è stata scartata a priori, benché in passato storici
locali di un certo livello abbiamo davvero menzionato San Giovanni al Sepolcro,
come seconda casa dei Templari a Brindisi, la prima, quella ufficiale, si
trovava presso la chiesa di San Giorgio del Tempio Recenti indagini, proprio su
questa domus, sembrano aver individuato in un edificio medievale, oggi coperto
da intonaco, le tracce di una bellissima costruzione orientale, da riferirsi ai
Cavalieri Templari. Gli studiosi moderni, dato ormai lo sciacallaggio che è
stato fatto sulla storia dei templari, permettetemi di dire, uccisi per la
seconda volta dalla storia e dagli storici, non prendono in considerazione la
presenza templare a San Giovanni al Sepolcro. Eppure i simboli parlano chiaro.
Cosa ci fa una croce templare incisa sulla muratura di San Giovanni al
Sepolcro?
A sinistra la triplice cinta
incisa a San Giovanni al Sepolcro, a destra una croce templare nel cortile
Oltre a questi simboli a San
Giovanni abbiamo scoperto, proprio nel giardino del tempio, che sarà aperto a
breve, una piramide con occhio onniveggente e una croce posta al di sopra, e
una serie di triplici cinte circolari, incisi su tutta la muratura, oltre a
Croci di Lorena e svariati simboli. Vi è anche un bellissimo Fiore della Vita,
altro simbolo usato dai Templari, proprio sotto il bestiario medievale, inciso
sul portale Nord, che anticamente fungeva da accesso principale alla chiesa.
Anche per la descrizione del bestiario rimando al libro omonimo su San
Giovanni, ove in detto portale appare nuovamente la simbologia legata al Graal
e alla Dea. Ma quello che più di tutto ha stupito tutti noi, anche gli addetti
del tempio, è stato lo scoprire un codice alfa-numerico inciso su una colonna
della chiesa. Quello che ne è venuto fuori, è stato incredibile, a dir poco
stupefacente.
Difatti su una colonna della
chiesa, quasi vicino all’ingresso si trova uno strano simbolo, una sequenza di
numeri 1631, e sotto una specie di croce con otto quadratini, quattro in
orizzontale e quattro in verticale. Ai lati della “croce” due lettere A ed M,
sotto invece si trova una F. Quindi sequenza 1631 A-M-F. Il numero 1631
credevamo fosse una semplice data, ma la cosa già non convinceva, poiché
sequenze simili si riscontrano in quasi ogni chiesa medievale, tipo a Santa
Maria a Cerrate, nei pressi di Casalabate (Lecce), distante una trentina di
chilometri da Brindisi. Anche qui, vi era un complesso basiliano guarda caso.
Guarda caso, sempre a Santa Maria a Cerrate troviamo una sirena bicaudata,
tanto per fare un esempio. Questo per dire come le coincidenze siano un po’
troppe per pensare al fortuito caso. Chiese vicine e stessi simboli.
Analizzando quindi il numero, effettuando una semplicissima addizione 1+6+3+1,
esce fuori il numero 11. Undici: il numero della Conoscenza assoluta dei
Templari, formato da 10+1. Non solo: questa sequenza di numeri era indicata
anche per esempio dagli ordini cavallereschi, in ispecie i Templari e
Ospedalieri, come “Linguaggio della Dea”. E questo l’ho scoperto per caso
parlando con degli esperti in materia. Difatti nel bestiario esterno medievale,
troviamo nel finale proprio una capra, ovvero un altro simbolo della Dea, la
Grande Madre. Sopra a questa figura vi è una formella scalpellata ove altri
studiosi hanno rinvenuto l’immagine del Dio Mitra. Il tutto fa capire come ci
troviamo di fronte ad un connubio di paganesimo incredibile, e solo i Templari
erano impermeati di queste dottrine pagane, dottrine che sicuramente aveva
anche l’ordine del Santo Sepolcro. E’ ormai assodati quasi il fatto che i
Templari, nel loro “credo” siano stati pervasi anche di esoterismo e paganesimo,
cosa assai probabile, se effettivamente sono stati loro a scavare sotto il
tempio di Salomone a Gerusalemme, ove si conservavano dei testi di particolare
rilevanza per la storia e la religione, soprattutto quella cristiana. Ma quello
che più ha stupito è stata l’analisi della lettere. La Cabala ebraica ha dato
il seguente risultato: A: il numero 1, la perfezione assoluta, ovvero il
cerchio, l’armonia dell’universo, Dio; la lettera M, il numero 40, come Maria,
numero 40 a
sua volta scomponibile per 8, e quindi ancora, l’ottagono; la lettera F, o
numero 6, il numero Aureo. La lettera F corrisponde al numero aureo 1,618. Il
codice parla chiaro: la chiesa di San Giovanni al Sepolcro è costruita secondo
la legge divina, secondo la perfezione aurea. Con la stessa legge si sono
edificate le grandi cattedrali gotiche. Con una speciale lente di
ingrandimento, vi sono state trovate altre lettere incise ancora più piccole,
il cui risultato è stato eccezionale e che prossimamente vorremmo avere il
piacere di pubblicare su queste pagine per i lettori di Terra Incognita. San
Giovanni al Sepolcro: una chiesa, un mistero millenario. Simboli, scritte,
codici, numeri. Ci troviamo di fronte alla sintesi delle dottrine esoteriche
dei Templari, dottrine in possesso sicuramente dei monaci basiliani di Casole,
e da qui traportate in tutta la Regione. Non è un caso che anche a Trani,
ritroviamo lo stesso mosaico di Otranto, e quasi lo stesso disegno sul portale
della cattedrale. Qui a San Giovanni al Sepolcro, nella piccola e affascinante
città di Brindisi, si cela qualcosa, che va al di la della storia ufficiale
raccontataci.
Il misterioso codice
alfa-numerico di San Giovanni al Sepolcro a Brindisi
LE BUSSOLE “PAZZE”
Un fenomeno ancora tutto da
capire e da studiare, è quello che si verifica a San Giovanni al Sepolcro.
Quello delle “bussole impazzite”. E’ proprio cosi in effetti: entrando con una
normale bussola a San Giovanni al Sepolcro, si può constatare una particolare
“energia”, che fa si che gli aghi delle bussole, impazziscano nel vero senso
della parola, cominciando ad avvertire palesi difficoltà a trovare il Nord
magnetico terrestre. L’ago della bussola rotea su stesso, senza dare l’esatta
collocazione del nord magnetico. Se ci si posiziona al centro esatto della
chiesa, scostato da quello che dovrebbe essere il centro vero e proprio della
costruzione, e segnato a terra, l’ago punta in una direzione ben precisa: dove?
Gerusalemme naturalmente. Sembra infatti, e questo è ancora da verificare, ma
le ipotesi portano tutte lì, che nel centro di Brindisi, nella collina di
ponente, ove sorgono le chiese più importanti e vecchie di Brindisi, quali San
Pietro l’Eremita, San Giovanni al Sepolcro, San Benedetto del 1088 sede delle
monache benedettine nel Medioevo, e la stessa cattedrale, che sorge al posto di
quella romanica, siano invase da una sorta di Linea energetica, più famosa come
Linea di San Michele Arcangelo, che collega il nord Europa, le cattedrali più
importanti quali Chartres, ai luoghi di San Michele Arcangelo, fino a Otranto e
poi finisce a Gerusalemme. GUARDA CASO LE BUSSOLE PUNTANO LA? E’ certo, che se
l’ipotesi qui abbozzata dovesse rivelarsi esatta, con i prossimi rilievi, ci
troveremo di fronte non a una, ma a ben 3 costruzioni esoteriche, a cui, GUARDA
CASO, sono stati cambiati i connotati, e per poco gettate a terra.
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