sabato 28 febbraio 2015
venerdì 27 febbraio 2015
giovedì 26 febbraio 2015
mercoledì 25 febbraio 2015
martedì 24 febbraio 2015
lunedì 23 febbraio 2015
domenica 22 febbraio 2015
sabato 21 febbraio 2015
Per una teoria della campionatura in prosa e poesia. Considerazioni sovversive per un multiverso possibile della letteratura e della produzione letteraria - 5 -
La Super Coscienza è
Essere ed Essente e non può non Essere perché questo significherebbe Non Essere
né Ente né Essente e quindi Non Essere. Essa deve il proprio manifestarsi a se
stessa e a nient’altro al di fuori di Sé. Polisenziente e multicentrica non è
parte di niente perché Essa è Tutto, è Potenza e Atto che si manifesta in N
moltiplicazioni progressive di Perfezione in un moto di tensione perenne e
costante. Non vi è pertanto alcuna separazione né vi sono momenti di
depotenziamento dalla Perfezione Originaria (attribuzione della Super
Coscienza), perché Essa è Perfezione in ogni dimensione e Realtà Pensabile e
Potenzialmente Esistente ed Essente. Come Super Attribuzione Essa conserva e
con/partecipa della vita della Super Coscienza, che risolve in Sé, trascendendo
tutte le possibili e pensabili facoltà della memoria, del giudizio e della
volontà che permangono, agiscono e co/esistono simultaneamente nella Super
Coscienza. In questa prospettiva di unicronia e undimensionaltà spaziale e
temporale della Super Coscienza, non vi sono dinamiche di ritorno, perchè non
vi è alcuna molteplicità. Sarebbe, per utilizzare un'espressione cara a Eckhart
von Hochheim O.P., meglio conosciuto come Meister Eckhart, un “fondo dell’anima
senza fondo” (Grund und Abgrund). Ma il fondo dell’anima della Super Coscienza
in cui solo Essa può accedere e in cui solo Essa può generare e riprodurre Se
Stessa, può interagire e dialogare con Se Stessa, può narrare di Se Stessa
senza alcuna mediazione proprio perchè infinitamente potente. In questo modo
Essa riesce a liberarsi anche dei suoi stessi contenuti, per essere certamente
sine modis, ma nello stesso tempo
tendente sempre verso l’Essere e verso il Conoscere Se Stessa. Dunque la Super
Coscienza ha realizzato in sé la staticità massimamente produttiva di quel Suo
costituirsi come Unità partecipando a N gradi di Unità e N gradi di Perfezione (intervento di Stefano Donno)
venerdì 20 febbraio 2015
Per una teoria della campionatura in prosa e poesia. Considerazioni sovversive per un multiverso possibile della letteratura e della produzione letteraria - 4 -
La Super Coscienza,
questa Entità Superiore dotata di potenza straordinaria, detiene un Super
Copyright su tutte le Sue possibili rappresentazioni, su tutte le Sue possibili
manifestazioni nel procedere storico e metastorico proprio di ciascuna delle N
dimensioni da Lei create e pensate. Essa manifestantesi come Esistenza ed Esperienza
è oggetto di riflessione e attualizzazione di tutti i punti senzienti di
divulgazione (che per ragioni di brevità da adesso in poi classificheremo come
P.S.D.). In una visione del genere ciò
che la Super Coscienza ha ideato, realizzato, pensato, creato, è frutto di una
serie di leggi da Essa stessa realizzate per N multiversi. E pertanto tutti i
P.S.D. presenti ed esistenti qui e in N dimensioni si ritrovano nella
possibilità di poter disporre di una N quantità di informazioni a portata di
mano, tali da poter modulare e ri/modulare all’infinito narrazioni, storie,
vite, opere, esperienze, successi, eccessi con la consapevolezza che ciò che si
determina, che viene detto, oggettivato, avviene perchè voluto dalla Super
Coscienza, che pensa attraverso il suo modificarsi in Super Rete Neurale Interconnessa,
e che si manifesta e attualizza attraverso tutti i possibili P.S.D. In questo
modo è possibile contare su N tecniche per produrre, riprodurre, rimodulare e
diffondere, contenuti pre/esistenti, esistenti o esistenti in potenza,
sbarazzandosi una volta per tutte di concetti come creatività, genio, valore,
autorialità. In questo modo N esperienze possono assumersi come comunicazioni
Meta/razionali e Meta/carismatiche funzionali alla possibilità di liberazione
ed emancipazione “rivoluzionaria” di tutti i saperi unicronicamente e
multidimensionalmente a diposizione di tutti i possibili P.S.D. che a loro volta
diventano produttori, fruitori e spettatori di informazioni riproducibili
all’infinito. Si tratta di una Super Capacità Tecnica propria di tutti i
possibili P.S.D., di gestire, modulare, ri/modulare, riprodurre N saperi in N
modalità differenti. Se dovessimo rappresentare per convenzioni simboliche
quanto detto sinora potremmo pensare ad una singolare ed elegante formula come la
seguente:
SC= SRNI^{*} ~ SC=SRNI\tempo ~ f_{SC=SRNI} ~ SC=SRNI\tempo
~ n_{D} ~ SC=SRNI\tempo ~ f_{SC=SRNI/ND} ~ SC=SRNI\tempo ~ f_{ SC=SRNI/ND/PSD }
~ SC=SRNI/ND//P.S.D./ tempo~ f_{ND} ~ SC=SRNI/ND/ tempo~ SC/(ND)
dove:
SC è la Super
Coscienza, SRNI è la Super Rete Neurale Interconnessa, ND sono le N Dimensioni,
e i P.S.D sono i Punti Senzienti di Divulgazione.
Ecco pertanto un
modello molto semplice ma che abbraccia quasi per paradosso, l’intera
complessità della Super Coscienza e del suo modo di essere e manifestarsi in
potenza e in atto in N dimensioni ed N modalità. Quando nel 1999 uscì Matrix il film di fantascienza
scritto e diretto da Lana e Andy Wachowski, in molti credettero che da
un’ipotesi pop come questo splendido prodotto cinematografico, si sarebbe
potuta spiegare in maniera più o meno attendibile e convincente la realtà, o in
questo caso quello che ciascuno di noi ha sempre percepito essere la realtà. Il
discoro che sorregge il film in questione riguarda il considerare che la realtà
altro non è che una matrice di numeri, composta da elementi di tipo tabellare
derivanti da strutture matematiche, molto utilizzate in informatica per
associare dati, o sistemi di dati, tra loro. In una parola cyberspazio. O per
essere maggiormente puntuali una realtà simulata creata dalle macchine. E
questo all’epoca bastava, poteva bastare. Ad ogni modo nulla di nuovo sotto il
sole, anzi nulla di contemporaneo, come testimonia anche il filosofo Diego
Fusaro nell’interessante intervento in Filosofico.net (questo il link http://www.filosofico.net/filos59.htm)
dove parla di Matrix e la sua filosofia. Il mio punto di vista si nutre di
istanze che non considerano esistente una Matrix come mero contenitore
algoritmico di un Tutto che è altro dalla Matrix pur abitandola e subendone le
sue leggi artificiali, persino inficianti le celeberrime leggi della robotica ideate
dal grande scrittore Isaac Asimov.
«Matrix è ovunque. È
intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi
quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L'avverti
quando vai a lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo
che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità. » (Morpheus
a Neo). Ritengo invece che noi siamo dei P.S.D. emanati dalla Super Rete
Neurale Interconnessa, manifestazione della Super Coscienza che genera, modula,
ri/compone infinitamente in atto e potenza N dimensioni. Pertanto noi stessi
siamo la Super Coscienza, viviamo medesime manifestazioni di realtà non
localmente, ma unicronicamente ovunque, agiamo qui e ora e altrove N realtà, in
un unico Tempo, condividendo meta/significanti e meta/siginifcati, generando N
grammatiche tutte pluriversamente valide. In altri termini è come se i P.S.D
avessero la possibilità di utilizzare un’infinita quantità di un materiale
molecolarmente instabile in grado di auto/programmarsi per assumere forme, dimensioni,
e stati in N modalità. La Super Coscienza fa in modo poi che la funzionalità
operativa dei P.S.D. avvenga all’interno di questi Super Spazi Geometrici
(sempre da intendersi come manifestazioni della Super Coscienza), che si
ripetono rinnovandosi continuamente su N scale diverse. Super Spazi Geometrici
che si configurano in base ad un metodo né numerico, né algoritimico, ma Meta
Numerico, e Meta Algoritmico. Tale configurazione non si applica una volta
sola. Essa è iterata un numero di volte teoricamente infinito: ad ogni
iterazione procedente per N tentativi di approssimazione, si automigliora sino
a raggiungere una Super Forma, una Super Dimensione, una Super Coscienza. E
questo mantenendo universalmente valido il metodo, escludendo pertanto che N variazioni in N parametri in N dimensioni
possano determinare N trasformazioni significative in questa o altre
dimensioni. Ciò significa che il metodo
non è soggetto e sensibile alle condizioni di partenza, perché tutte le
condizioni di partenza si trovano multidimensionalmente in uno stato di ordine
e coerenza perfetti.
Consiglio in prima
istanza per i sensibili spunti di riflessioni forniti a questa ricerca le due
interviste realizzate dall’Associazione ASIA al Dott. Prof. Ignazio Licata (fisico
teorico, professore presso l'Institute for Basic Research di Palm Harbor,
Florida, Usa ed attualmente direttore scientifico dell'ISEM, Institute for
Scientific Methodology a Bagheria, Palermo)
Consiglio inoltre
l’interessante e illuminante lavoro Zenix di Riccardo Tristano Tuis (Uno
Editori). In questo volume si parla di ricerche sulla coscienza e
sull’interazione mente-materia della Neurobiofisica, gli studi della Fisica
quantistica e teorica riguardo la natura della realtà su scala quantistica, gli
studi della Programmazione Neurolinguistica, della Psicologia del profondo con
indirizzo transpersonale (Intervento di Stefano Donno)
giovedì 19 febbraio 2015
Per una teoria della campionatura in prosa e poesia. Considerazioni sovversive per un multiverso possibile della letteratura e della produzione letteraria - 3 –
Questa Super Coscienza regola
il Tutto essendo il Tutto, e parla, comunica simultaneamente con se stessa, riuscendo
a rivoluzionare costantemente e continuamente qualsiasi distinzione tra “dire”
e “mostrare”, tra ciò che può essere detto e ciò che si può mostrare. Il
risultato è la realizzazione di condizioni meta/linguistiche di verità sempre vere,
non tautologie, perché valide per N dimensioni, e che non possono essere
confermate dall’esperienza, perché non esiste un’esperienza fenomenicamente,
ontologicamente, linguisticamente localizzabile in una sola dimensione. Spostando
di pochi millimetri mentali le nostre considerazioni, potremmo dire che tali condizioni
meta/linguistiche di verità sempre vere, vengono ad essere ulteriormente
confermate dal Dire, dal Manifestare, dall’Esserci (in omaggio all’immenso
Martin Heidegger) e dal Dimostrare della Super Coscienza nella sua stessa Super
Realtà, composta da tutte quelle realtà possibili che plausibilmente possiamo
pensare che esistano. Si tratta di una Meta/Logica prodotta dalla Super
Coscienza, che rappresenta la struttura di un meta/linguaggio che descrive N
realtà. E dunque un tale linguaggio non solo plurisemico, ma fantasmaticamente
liquido e multidimensionale, realizza Proposizioni che descrivono stati ALTRI di
cose, e rappresentano N realtà, tutte pertanto assolutamente vere e plausibili,
tutte pertanto assolutamente autentiche. E se è vero che sia possibile
conoscere il significato delle parole secondo punti di vista non locali ma
meta/locali, allora sarà vero comprendere N proposizioni che spiegheranno non
una sola realtà ma più realtà che costituiscono questo Tutto. La tipologia di
regole linguistiche messe pertanto in campo non ha più una sola possibilità di
espressione e manifestazione, perché la relazione standardizzata tra linguaggio
e il mondo che deve essere espresso (in ogni modo e con ogni mezzo e strumento)
viene a essere sostituita da N possibilità modali di esprimere N mondi
paralleli, tutti esistenti simultaneamente qui e ora, o altrove. Il linguaggio
sussiste così autonomamente rispetto al mondo, a questo mondo o ad altri possibili
mondi, e rispetto a tutte le N dimensioni … e un po’ forse vengono a perdere di “colorito”
alcune istanze proposte ad esempio nel corso della storia del pensiero di
questa umanità. In primis, a mio avviso, l’ipotesi di Ludwig Wittgenstein che ritiene
che “Ciò che può essere mostrato non può essere detto”. Inoltre viene a
risolversi la dicotomia tra le teorie di Jean Piaget e Noam Chomsky su
linguaggio e apprendimento. Da un lato Chomsky aveva sostenuto che la
produzione e la comprensione delle parole erano determinate da regole
grammaticali generative, che consistono in proprietà innate della mente umana e
che condividono una serie di tratti strutturanti generali, i parametri, il cui
insieme formerebbe la cosiddetta Grammatica Universale. Piaget, invece, sosteneva che la facoltà del
linguaggio sarebbe legata a diverse strutture cognitive e pertanto dipendente
da esse. Dunque le regole sintattiche che passo dopo passo si vanno formando
durante l’assunzione del linguaggio dipenderebbero dagli oggetti e dagli
stimoli che l’essere umano riceve dall’ambiente nella prima fase di sviluppo. Il
progredire linguistico avrebbe quindi un’origine individuale, e fattori esterni
come l’ambiente e le interazioni sociali lo arricchirebbero. Ciò sarebbe vero
se si ritiene di vivere e agire e comunicare solo in questo mondo, ovvero
quello descritto dal linguaggio che al momento usiamo. Un mondo legato alle scienze naturali, dove le
cose sono come sono, e all’interno del quale è persino difficile definire le
cose come si presentano, se esse siano Bene o Male. Ma in realtà la questione
non sarebbe da proporsi in questi termini. Se si fa riferimento a quanto detto
sino adesso le modalità di espressione e di esistenza di cui abbiamo più o meno
sonnambulescamente e parzialmente coscienza non ci appartengono. Perché non
siamo noi quel mondo che vediamo, non siamo noi quel mondo che esprimiamo, non
siamo noi quel mondo che interpretiamo, non siamo noi quel mondo che agiamo.
Azione e Intellezione non sono soggettivi, non riguardano né la nostra essenza
né la nostra esistenza. Noi siamo emanazione e manifestazione possibile della
Super Coscienza che esiste qui e ora, ma anche altrove, e come manifestazione
possibile della Super Coscienza siamo punti senzienti di divulgazione che
riceviamo passivamente ma consapevolmente un quantitativo N di informazioni che
attivamente poi trasmettiamo e realizziamo qui e altrove in N modalità. Siamo meta/sostanza capace di azione, non
possiamo essere formate né disfatte, in quanto duriamo quanto durano N
dimensioni, non siamo distinguibili, siamo in grado di appetire tutti i
possibili principi di N cambiamenti, siamo in grado di gestire N modificazioni
in attualità e potenzialità, siamo simultaneamente non localmente cause
efficienti e finali. La corruzione, la consunzione, sono solo salti quantici in
N stati, realizzati dalla Super Coscienza che li ha pensati per l’appunto come
tali. Con questo non intendo dire che siamo in uno stato di dormiveglia perenne
manovrati come burattini da questa Super Coscienza. E soprattutto le mie
argomentazioni non vogliono rappresentare un percorso teorico per Svegliarsi o Ri/svegliarsi.
Obiettivi di questo tipo li ripongo nelle mani di guru, santoni e pseudo fisici
quantistici. Possiamo invece concentrarci sul fatto che il nostro pensare, il
nostro agire, il nostro informare siano intanto liberi da due elementi che in
un modo o nell’altro appesantiscono il nostro essere (qualunque esso sia e
dovunque esso sia): l’Io e l’Ego. Si tratta delle due cause più nefaste
universalmente e multidimensionalmente riconosciute. Essi esistono a livello
psichico, energetico, eterico, agglutinano energie, manipolano, occupano abusivamente
Spazi e Tempi, offuscano capacità di connessione, confondono, sono prolissi. Persino
la Super Coscienza non contempla un Io e un Ego, per legittimarsi auto/fenomenicamente
qui e ovunque. Ma non sono solo le questioni dell’Io e dell’Ego che si
sciolgono sotto i nostri occhi come neve al sole. Vengono a essere risolte con
la teoria della Super Coscienza, anche a mio avviso una serie di problemi
minori, come il funzionamento del cervello relativamente a percezione,
sensazione, visione, sentimento, tatto, odorato, memoria, e riguardo la
produzione, manifestazione e comprensione del linguaggio stesso. Tutti questi
aspetti, tendono pertanto a essere connessi l'uno all'altro, non più distinti e
separati, perché è come se parlassimo di un super sistema nervoso non locale,
ma unìcrono e multidimensionale. La Super Coscienza infatti è in continuo e
costante processo di sviluppo, e realizza costantemente e continuamente
geometrie di informazioni che producono N fenomeni in questa come in altre dimensioni. Di certo ad oggi non si dispone di metodi
efficaci per indagare e individuare la struttura ultima di questa Super
Coscienza, ma credo che tutto ciò sia uno degli obiettivi che nel prossimo
futuro bisognerà raggiungere. Questa Super Coscienza dunque, dotata anche di un
super sistema nervoso, non è statica ma sempre in movimento, e attraversata da
un flusso di energia pulsante, appetitivo e senziente che è in grado di
controllare N reazioni chimiche, di accedere a N quantità di cellule
particolari e osservarle, e di collegare N movimenti come quelli che vanno
dalla mia mano sino alla funzionalità ed esistenza di tutti gli universi e
multiversi possibili, riuscendo a prendere nota di tutti i diversi, plausibili e
possibili livelli di manifestazioni. Immaginando allora questa Super Coscienza
come un Super Rete Neurale Interconnessa, che è qui e ora, ma che è anche
simultaneamente altrove e manifestamente essente in N modalità, possiamo
avanzare l’ipotesi che abbia generato anche N possibilità di conoscenze (N
possibilità di Algebra, N possibilità di Trigonometria, N possibilità di
Letteratura, N possibilità di Poesia, N Possibilità di Architettura, N
possibilità di Fisica etc) e che le abbia precisamente affidate a N punti
senzienti di divulgazione che convenzionalmente e in base a contesti locali qui
ma anche in N dimensioni, hanno una nominalità (Albert Einstein, Giordano
Bruno, Dante Alighieri, Don De Lillo, Salvador Dalì, Frank Stella, Jennifer
Lopez, Nicola Lagioia, Ashtar, Gabriele D’Annunzio, Galadriel, Umberto Eco,
Frank Lloyd Wright, Carlo Rubbia, Cthulhu, etc) e sono pertanto nominalmente e
convenzionalmente titolari delle loro opere. Naturalmente loro come tutti gli
altri punti senzienti di divulgazione esistenti in altri tempi e in altre
dimensioni. Ma non ne sono però i legittimi proprietari. Da quanto sinora
asserito si potrebbe dunque perfino arrivare a ipotizzare, che il loro
contributo sia solo ad uno stadio di scintilla intuitiva a cui è stata data da
loro una forma ed una serie di proprietà convenzionali, possibili,
comprensibili, plausibili. Mentre invece il copyright sia in realtà un Super
Copyright che appartiene alla Super Coscienza.(intervento di Stefano Donno)
mercoledì 18 febbraio 2015
Per una teoria della campionatura in prosa e poesia. Considerazioni sovversive per un multiverso possibile della letteratura e della produzione letteraria - 2 -
Il nostro agire è
sempre un agire e un esserci in un mondo, questo mondo, tangibile, incoerente,
meraviglioso. Questo mondo dinanzi ai nostri occhi, o meglio la versione dei
fatti che si presenta al nostro sguardo, è una delle possibili manifestazioni
tra infinite possibilità esistenti anche su diversi piani di esistenza. Almeno
secondo diverse e autorevoli opzioni teoriche presentate da illustri fisici
quantistici come Fred Alan Wolf o astrofisici come Stephen William Hawking. E
se dunque il nostro mondo non è leibnizianamente
il migliore tra i mondi possibili, e se forse si trattasse di uno dei migliori mondi
tra tutte le plausibili e diverse esistenze parallele, allora potremmo asserire
che i linguaggi e le grammatiche che permettono a tutti noi di comunicare nel
qui e ora non sono standardizzabili o definitivamente ascrivibili a regole che
potremmo definire convenzionalmente e universalmente valide, e che dunque ci
appartengono come attori pensanti e scriventi, in un modo o nell’altro. Anzi saremmo
(sempre per ipotesi ovviamente) dinanzi a processi linguistici che si auto/strutturano
consapevolmente e coscientemente rinnovandosi non più localmente ma
parallelamente e meta/dimensionalmente, partendo da dati conosciuti e condivisi
anche su un piano prettamente ideale e fantasmatico, e arrivando successivamente
a generarne di diversi, altri, magari completamente nuovi, continuamente in
potenza continuamente in atto. Pertanto il primo ostacolo che già si presenta
ai nostri occhi risulta essere piuttosto ingombrante e minaccioso, perché
attiene ad un problema assai complesso ovvero quello di stabilire la natura
della Realtà o delle Realtà e a questo punto dei processi formativi e informativi
che la o le governano. La Realtà o le Realtà con i loro codici, le loro
sintassi e le loro grammatiche sono simultaneamente presenti in tanti universi
paralleli o multiversi che sono strutturalmente identici, che possono esistere
in stati diversi, che possono avere le stesse leggi fisiche, ma soprattutto che
possono scambiarsi informazioni reciproche tra di essi. Lo scambio di processi
informativi potrebbe avvenire attraverso una specie di Coscienza o Super/Coscienza
che realizza dei veri e propri ponti comunicanti tra N dimensioni tutte aventi
propri significanti e significati, regole, strutture, meccanismi, funzionalità,
espressività. E tutto al di là del Tempo
e dello Spazio, o per essere più puntuali, ben al di là del Tempo e dello Spazio.
Ma allora questa “Super Coscienza” potrebbe essere davvero quel Tutto che rende
pieno l’universo, che lo rende senziente, operante, che è in grado di
influenzare e cambiare, auto/osservandosi, questa realtà come tutte quelle
realtà possibili e pensabili. Sono consapevole che affermazioni di questo tipo
potrebbero avere la stessa portata di una scoperta incredibile come la natura
di Dio o la natura dello spirito umano, perché si sta andando oltre quelle
nozioni di causalità direzionali che danno un senso alla scienza, alla nostra
stessa esistenza e che sono le categorie di Spazio, Tempo e Materia. Ma si
tratta di limiti interpretativi che occorre superare con un vero e proprio
salto di paradigma. Ad ogni modo quello che mi interessa in questa sede
prendere in considerazione, è il fatto che la Coscienza ( o meglio la Super
Coscienza) come contenitore e contenuto del Tutto, trasforma Tutto, e modifica universi
e multiversi come una gigantesca rete neurale universale interconnessa, che non
separa, ma unisce ogni cosa, fornendo informazioni dotate di senso che regolano
e ordinano quello stesso Tutto, e che creano, generano realtà all’interno di
quello stesso Tutto. Qualcuno (e forse non a torto) potrebbe asserire che si
tratti di un tipo di affermazioni più inerenti all’intuizione mistica, alla
visualizzazione magico/iniziatica o meglio ancora alla parapsicologia, e dunque
nulla di scientifico e dimostrabile. Per ora sia sufficiente rimboccarsi le
maniche e continuare a indagare con forza e determinazione. Pertanto continuando
il filo logico del discorso posso dire secondo il mio punto di vista che la REALTA’
ULTIMA DELLE COSE non appartiene al Niente, al Nulla, al Vuoto. Questo è verosimilmente
certo. La Sua Cosalità Reale e Potenziale fa parte del Suo essere geneticamente
parte di meta/essenze proprie di N dimensioni, intelligenti e comunicanti tra
di loro. Dimensioni che sono simultaneamente nel qui e ora, ma anche in altri tempi
e modi. Cosalità dunque oltrematerica, pluridimensionale, meta/temporale,
Energia Informante e Intelligente, auto/emanata ed emanante che come
precedentemente asserito altro non è che Coscienza, o ancora una volta la Super
Coscienza. (intervento di Stefano Donno)
martedì 17 febbraio 2015
Per una teoria della campionatura in prosa e poesia. Considerazioni sovversive per un multiverso possibile della letteratura e della produzione letteraria- 1 –
Queste riflessioni
nascono dall’esigenza di condividere alcune mie personali ipotesi di lavoro sulla
Realtà (discutibili o meno, accettabili, criticabili, minimamente
condivisibili), con tutti coloro i quali desiderino tentare di intraprendere un
nuovo cammino senza nessuna rassicurazione o consolazione … grazie per la
pazienza, e buon viaggio! (Stefano
Donno)
Siamo in un momento di
crisi verticale, in cui l'intero edificio della cultura, barcolla, aprendo faglie nel relativo modello
di scambio sociale delle idee e delle proposte, delle istanze di creazione,
della produzione letteraria e poetica, imponendo con una certa urgenza e non
senza un forte senso d’angoscia, la
questione di modulare e praticare un'etica e una prassi diversa della
produzione letteraria. Un dono, che ciascuno scrittore o operatore editoriale,
culturale dovrebbe farsi e fare escludendo per un attimo dai suoi ragionamenti
le seducenti nuances e i delicati “afrori” che provengono, come un persistente
rumore bianco di sottofondo, dal mondo dell’utile e del profitto. E dunque come
si potrebbe configurare nel qui e ora, un “agire” della scrittura che si
inscriva nelle categorie non solo del libero, del gratuito, del disinteressato
ma che scelga anzi tragicamente il peso di una strada poietica e della poiesi fenomenologica
che si nutra del rischio, dello scandalo e della sovversione in una totale ed
integerrima radicalità? A mio avviso e così su due piedi (e forse anche con una
buona e voluta dose di leggerezza e superficialità) si potrebbe partire dal
saltare a piè pari, l’idea che comunque la scrittura, la produzione editoriale
debba in un modo o nell’altro fare i conti con il mercato. La libertà di
ideazione e creazione è comunque un atto di libertà che è pre/personale
rispetto al mercato e post/personale rispetto a qualsivoglia indice di
gradimento, indagine di mercato, packaging, merchandising, o bilanci di
previsione di vendita di un prodotto editoriale. Ma si tratta di considerazioni comunque
marginali, che non si avvicinano minimamente al senso di ciò che ho in animo di
sviluppare, e che pertanto cercherò di ri/pensarle magari fra qualche tempo in
altri contesti e perché no seguendo ulteriori e forse più profondi e
approfonditi punti di vista. Intanto ripuliamo il campo di indagine da
ambivalenze e malversazioni ermeneutiche o categorie in “odore di muffa” che
calzerebbero a pennello più a filosofi morali, teoretici e sociali, economisti,
teologi, biologi, perché ciò di cui mi devo occupare riguarda il tentativo di
proporre una grammatica dell’ideazione e della creazione letteraria che sia un
modello di rimando costante a pluriversi e multiversi linguistici e stilistici della
e nella scrittura, ma soprattutto per la scrittura. Senza ombra di dubbio sono
dinanzi ad un compito arduo e irto di ostacoli che mi condurrà ben oltre le
profondità oscure degli abissi “ontici” di morfemi e lessemi, di metriche, e
generi. E dunque è veramente possibile che il processo di autodistruzione della
nostra civiltà letteraria sia veramente irreversibile, e non ci sia più nulla
da fare? Ci saranno per l’amor del cielo dei responsabili a cui chiedere
ragione per tutta questa deriva? Nella nostra modernità o forse post/modernità (chissà
se non sguazziamo invece nell’acquitrino del pre/moderno!!!) la teoria della
letteratura si astiene dal proporre modelli e regole vincolanti di “eugenetica”
letteraria. Senonché l'impossibilità di comporre la disputa sullo statuto della
produzione e della scrittura poetica e narrativa impone di proporre e riversare
questo mio indagare sul piano dell'universalità antropologica e della
plausibilità di alcune discipline scientifiche. E allora che significato si vuole dare dunque oggi alla
vita della “nostra” letteratura, della “nostra” cultura? Si può mantenere ancora
in piedi il valore tradizionale della responsabilità morale del soggetto
poetante o scrivente verso se stesso e i
suoi simili? Forse è necessario che non sia più un solo Io Poetante o Scrivente
il detentore di una centralità originale e originaria della produzione
editoriale, scritturale, o informativa, ma un collettivo plurisoggettivo post/egoico
di riferimenti e scambi ipertestuali e con/testuali che si nutre di confronti e
suggestioni già esistenti, in grado di dare origine poi successivamente ad una
creatura nuova, diversa, altra, alternativa, possibile, e plausibile. Dunque è
auspicabile superare i limiti stessi dei modi in cui si è stati educati a
concepire un’editorialità poetica, informativa o narrativa, per giungere ad una
visione e ad un rispetto della dimensione complessiva di una nuova e plurima
soggettività scrivente senza riduzionismi metafisici e/o razionalistici.
L’obiettivo di queste considerazioni è quello di favorire attraverso la
presentazione di coerenti spunti di riflessione, una proposta di rinnovamento complessivo
dell’uomo letterario e della comunità letteraria globale (qualunque e dovunque
essa sia). Ma allora sembrerebbe quasi naturale chiedersi ad esempio che cosa
ad oggi la teoria della letteratura abbia fatto per il narratore e il
poeta. Possibile che essa si sia
preoccupata di problemi così alti da dimenticare la brutalità, la caoticità, la
cosalità dell’esistere per le umane lettere? Possibile che essa continui
colpevolmente e consapevolmente a vivere in uno stato di beatitudine
iperuranica, dimenticandosi dell’esistenza di un mondo inferico e magmatico pulsante
di incontenibile energia? Non tutto
sembra perduto, e forse siamo ancora in tempo per evitare la catastrofe.
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