Si immagini una proposta folle. Una
persona, non meglio identificata, offre una considerevole quantità di denaro
–decine di milioni di euro – accompagnata dalla promessa di esaudire le proprie
più grandi ambizioni: fama, successo, il raggiungimento di alte cariche di
potere.
Tutto questo a patto di portare a
compimento una missione: l’uccisione, per mezzo di un coltello, di tredici
bambini di tredici mesi di età, raccolti all’interno di una stanza ben illuminata,
dalle pareti bianche. Vi è inoltre l’assoluta garanzia che nessuno verrà mai a
conoscenza del gesto commesso, ad esclusione del committente stesso.
Come reagirebbe un essere umano
di fronte ad una proposta simile? Sicuramente vi sarebbero diverse reazioni. Una
buona parte delle persone, la maggioranza relativa, rifiuterebbe immediatamente
con il massimo sdegno ed orrore l’idea di compiere un atto tanto efferato,
quale che sia la ricompensa. Un’altra considerevole percentuale invece
resterebbe disorientata, rifletterebbe brevemente sui benefici ma in seguito
rifiuterebbe, considerando il rito da compiere brutale e disumano. Vi sarebbe
poi una parte di persone che dopo lunga riflessione accetterebbe, ma giunta sul
posto, col coltello in mano, non avrebbe la forza di procedere.
Un’altra parte ancora rifletterebbe
a lungo sulla proposta, accetterebbe e porterebbe a termine il proprio compito,
in uno stato di terribile turbamento, tormentandosi per la scelta fatta per il
resto della propria vita. Infine, vi sarebbe una piccola percentuale di persone
che accetterebbe senza eccessive riflessioni, e finirebbe il lavoro senza
problemi e senza ripensamenti.
Si tratta di coloro che la
psicologia moderna chiama psicopatici, e il sapere tradizionale “uomini privi
di anima”. Molti di loro hanno dato in passato, e tuttora danno, un grande
contributo nel delineare le sorti del nostro mondo. La proposta riportata
appare per la maggioranza delle persone oltremodo brutale, e molti sicuramente
proveranno un forte malessere al solo immaginare l’azione.
Questo succede perché siamo
esseri umani, e possediamo una
coscienza, per quanto tale concetto e la sua reale essenza siano oggetto di
discussione da millenni a questa parte; ma qualunque sia la sua natura e la
definizione che ciascuno vorrà darle, la maggior parte degli uomini possiede la
capacità di definire “a priori” un certo tipo di azioni “malvagie”, senza
bisogno di far ricorso a delle argomentazioni logiche e senza dover dare
spiegazioni dettagliate.
Alcune azioni sono malvagie, e
basta. Ovviamente nel corso dei secoli anche gli standard morali possono
variare, e il motivo per cui ciò avviene rappresenta un argomento che occorrerà
approfondire. Nonostante questo, e per quanto sia largo il margine in cui tali
concetti sono differentemente percepiti, gli uomini posseggono la concezione
del giusto e dello sbagliato.
Quasi tutti gli uomini, come si
diceva in precedenza. Ritornando quindi alla infame proposta descritta
all’inizio, si è sostenuto che una piccola percentuale di persone porterebbe a
termine il compito senza troppe difficoltà. Queste persone, che la psicologia
moderna descrive come psicopatici, agiscono seguendo una forma mentis
strutturalmente diversa rispetto a quella degli altri uomini. L’uomo comune,
con tutte le sue debolezze e le sue piccole e grandi meschinità, nel valutare
diverse opzioni utilizza in primis lo schema giusto-sbagliato e nel momento di
effettuare una scelta queste sono le prime categorie con cui si confronta;
ovviamente, questo non impedisce che la scelta possa ricadere anche sulla
possibilità valutata nel profondo come “sbagliata”, ma questa preferenza sarà
accompagnata da sentimenti di rimorso e da sensi di colpa, di entità grande
oppure trascurabile. Lo psicopatico si distingue in quanto incapace di provare
questi sentimenti: dinnanzi ad una scelta il suo pensiero non ragiona seguendo
le categorie di “giusto” o “sbagliato”, concetti a lui del tutto sconosciuti,
ma analizza ogni situazione in base alla convenienza: non “bene” e “male”,
quindi, ma “utile” e “dannoso”. Il dubbio dello psicopatico si concentra
esclusivamente sulla utilità di una azione: se porta benefici sarà compiuta,
altrimenti se ne asterrà.
Nel nostro caso, secondo tale
schema mentale, l’azione da compiere – l’uccisione dei bambini – porta
esclusivamente benefici, dal momento che chi commette il gesto non rischia di
venire scoperto e punito. Se le persone comuni rimangono spesso disorientate
dinanzi a criminali che commettono efferati delitti è proprio perché non
facilmente possono immaginare che vi siano uomini che hanno una forma mentale
totalmente diversa dalla loro, uomini che in apparenza non si distinguono in
nulla dai loro simili e che è difficile individuare tra coloro che ci
circondano.
E’ noto, ad esempio, di come la
polizia americana utilizzava in passato una sorta di test per scoprire se
determinati sospetti possedessero questa “mentalità criminale” di stampo psicopatico.
Al “candidato” veniva proposto di risolvere un
particolare quesito, formulato come segue: al funerale della madre, una donna
nota un uomo che non aveva mai visto prima, e ne rimane notevolmente attratta;
dopo alcuni giorni, quella donna uccide la propria sorella. Perché l’ha fatto?
(chi non conoscesse questo test,
prima di procedere con la lettura dell’articolo può provare a riflettere sulla
soluzione)
La maggior parte delle persone
non è in grado di fornire la risposta corretta, mentre la quasi totalità degli
psicopatici risolve il quesito senza difficoltà.
La risposta giusta è infatti la
seguente: la donna uccide la sorella perché così al suo funerale avrà molte
probabilità di rincontrare l’uomo che l’aveva affascinata.
Una persona comune non riesce a
risolvere il test perché difficilmente immagina che una donna possa arrivare a
compiere un gesto così tremendo per un motivo così futile, con lucida
premeditazione.
Lo psicopatico, al contrario,
ragionando secondo un semplice schema di utilità, comprende immediatamente le
motivazioni della donna: se ogni questione di carattere morale è infatti
accantonata, l’agire della donna risulta perfettamente logico.
Vi è un problema da risolvere (la
donna vuole rivedere un uomo di cui non sa nulla) e la soluzione più facile è
fare in modo che ci sia un altro funerale in cui egli possa partecipare:
essendosi presentato al rito funebre della madre aveva dimostrato infatti di
avere un qualche legame con la famiglia, e di conseguenza avrebbe partecipato
anche a quello della sorella. Lo studio della forma mentis degli psicopatici possiede un interesse
“antropologico”, ovviamente, ma quello che è ancora più importante è il
comprendere cosa succeda quando una persona simile arriva a detenere un posto
di potere, e comprendere come la psicopatia come condizione rappresenti un
grande vantaggio per il raggiungimento di questo obiettivo; è infine importante
riflettere sul modo con cui lo psicopatico diviene in grado, una volta salito
in alto nella gerarchia sociale, di influenzare il sentire comune trasmettendo
la sua distorta percezione delle relazioni umane.
Un celebre caso di “teoria
psicopatica applicata” potrebbe essere, per fare un esempio concreto, il Principe di Niccolò Machiavelli: in esso,
una sorta di guida per il signore rinascimentale, non si trova alcun
riferimento ai concetti di “giusto” o “sbagliato”, e le azioni non vengono mai
valutate secondo criteri di “moralità”.
Vi è un fine, il potere che il
principe deve mantenere a tutti i costi, e guerre e stermini ed ogni genere di
atrocità vengono valutati solamente in base all’utilità che dimostreranno nel
permettere il raggiungimento di quel fine. Machiavelli rappresenta un esempio
paradigmatico di psicopatia, e quello su cui occorre soffermarsi, quello che
bisogna scoprire, sono le motivazioni che hanno portato nel tempo la forma
mentis degli psicopatici a prevalere su quella della maggioranza, influenzando
con il loro esempio la grande massa del popolo “ricettore”. Quando si è
completato, tale processo, e come è potuto succedere?
COMUNICAZIONE DI ARCADIA LECCE - In tre anni abbiamo fatto
molto per la solidarietà e per la cultura. Dacci l’opportunità di fare di più e
meglio. Dona il tuo sostegno ad Arcadia Lecce
QUI