Laura Rossi Berarducci Vives, donna che nel suo aspetto esteriore, per
quanto semplice, a volte essenziale, non poteva celare, anche quando ormai era
avanti negli anni, la sua origine nella nobiltà leccese. Sempre un po'
"mondana" - come ebbe a dire una volta il fondatore della Pro
Civitate Christiana, Don Giovanni Rossi - ma attenta, curiosa, brillante,
auto-ironica, era ritenuta una presenza autorevole e quasi indispensabile negli
incontri con le parrocchie nell'ambito dell'Azione Cattolica leccese ed era
capace di affascinare le "giovani adepte" del Centro Italiano
Femminile, quando "arrivava nelle riunioni, bella, elegante, sicura di sé".
Molto stimata tra i colleghi del Tribunale per i Minorenni di Lecce, dove ha
lavorato per trent'anni, era decisa, combattiva, rigorosa, inflessibile nel
rifiutare incarichi importanti se questi risultavano eticamente e moralmente
non corretti e nel pretendere dalle assistenti sociali di cui aveva la
responsabilità, attenzione nei riguardi di minori in affidamento, serietà e
professionalità. Dotata di una grande capacità di ascolto, era in grado -
sempre - "di dialogare con i ricchi e con i poveri, con i colti e con gli
incolti, con i piccoli e con i grandi" dote che ha mantenuto anche lungo
tutto il suo percorso nella Comunità Emmanuel, ultimo "servizio"
della sua vita. Il libro è la sua biografia, è nato per fermare il suo ricordo
all'interno della Comunità Emmanuel, ma la racconta al di là della stessa,
ricostruendo i tanti "quadretti" che hanno fatto la sua vita ricca e
feconda e descrivendola per quello che era...
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