Così avrebbe esordito
Totò se avesse saputo che in qualche modo la sua comicità, superando ogni
confine e tempo, lo avrebbe reso immortale. Però qui, nonostante il bene che
vogliamo tutti al grande attore, non posso riconoscergli poteri da supereroe o
da divinità panteistica. In questa sede voglio parlare di esseri umani con doni
particolari. E subito la mente, almeno a me, va al cinema, perché se proprio
vogliamo essere pignoli, direi che sto proprio parlando di qualcosa che nasce
dal cinema, anzi, forse per meglio dire, dal fumetto, anzi… ”Riesco a fare cose
che altri non possono nemmeno immaginare”. Sembra l’incipit di un romanzo dove
qualcuno soffre per la capacità di poter fare cose che non sono così semplici
per altri e che spesso nemmeno sa di poterle fare quando vuole. Quanti libri abbiamo letto o quanti film
abbiamo visto con persone dotate di capacità diverse, diverse dalla normalità
alla quale siamo abituati. Praticamente
un dis/abile. E sì … perché chiunque non sia normalmente abile, per la letteratura,
è per la nostra società un diversamente abile.
Ma la saggezza popolare, grande fonte di filosofia spicciola, ma
assolutamente indispensabile per la vita di ogni giorno, ci insegna che la
diversità è un’opportunità da cogliere, una conoscenza in più da
approfondire. Come possono quindi due
concetti tanto distanti, coesistere formando un pensiero semplice, ma allo
stesso tempo utile? Una discrasia umana che oggi voglio cercare di sistemare.
Andiamo al dunque e cerchiamo la sua risposta nella parola: EVOLUZIONE! Per evolversi bisogna mutare, ed è una
condizione più frequente di quanto possiamo solo immaginare: da bambini,
infatti diventiamo adolescenti e poi adulti, mutando nel corpo e nella mente;
muta il carattere nel tempo, forgiato da particolari sferzate della vita, muta
la capigliatura e la pelle del volto per motivi interni o esterni al corpo,
muta il colore della pelle in relazione a dove viviamo per proteggere il corpo
nella sua interezza e solo se questa mutazione non è in perfetto equilibrio, la
sua disarmonia diventa per la nostra civiltà, disabilità. Siamo così abituati a un tale meccanismo che
non ci si sofferma più su quanto siamo mutanti noi stessi, almeno in una
semplicistica versione macroscopica.
L’uomo nel corso dei secoli, infatti, continua a evolversi oltre il
semplice passaggio del singolo individuo e lo fa come specie, per meglio
aderire alle necessità del luogo e del tempo. L’evoluzione/mutazione della
quale siamo più disposti a parlare, infatti, è quella visiva, quella che vede
l’uomo, scientificamente parlando, scendere dall’albero e mettersi su due
zampe, perdere i peli e la coda per poi compiere altri significativi passi in
avanti. Come se andare avanti per l’evoluzione umana fosse mettersi
semplicemente su due zampe, come se la mutazione fosse arrivata, per qualche
motivo astruso, al suo capolinea.
Proviamo invece ad andare oltre e chiediamoci cosa altro potrebbe
succedere alla razza umana se si spingesse ancora in avanti. Cosa altro
potrebbe modificarsi. Perché la domanda da porsi è: fino a dove e cosa
riusciamo a vedere delle mutazioni, oltre ai macro movimenti fisico-estetici
dell’uomo, estesi nel tempo? C’è molto altro, a mio modesto avviso, di così
grande, ma di così altrettanto piccolo che non possiamo vedere e che non
possiamo analizzare, forse, ma che esiste e che nella sua individualità soffre,
probabilmente, da qualche parte del globo, per il solo motivo che non sa perché
riesce a fare cose che altri non possono nemmeno immaginare. Forse l’anima di tutto quello che dobbiamo
fare si racchiude proprio in una bellissima frase di un fumetto molto famoso:
”da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Io sono pronto! E voi?
*( Andrea Lomoro è
coach in comunicazione e collaboratore dell’Ufficio Stampa della Libera
Università di Studi Esoterici “Achille d’Angelo – Giacomo Catinella” di Lecce)
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