mercoledì 9 novembre 2011

Girolamo Comi, uomo di ogni giorno di Carmelo Indino ed Enrico Minerva (Lupo editore)





















Di Girolamo Comi e della sua opera poetica hanno scritto in molti. Una copiosa produzione critica è maturata, nell’arco di mezzo secolo, intorno al poeta di Lucugnano, tanto che il suo nome ricorre nei manuali di storia della letteratura italiana, in antologie del nostro Novecento poetico e in saggi di critica letteraria che nbe hanno scandagliato lo stile, la formazione, il carattere. Mancava, tuttavia, fino a questo momento, un originale ed eterodosso profilo biografico di Comi qual è quello che Carmelo Indino ed Enrico Minerva hanno realizzato espropriando il poeta all’ufficialità e all’ortodossia degli schemi letterari e restituendolo alla quotidianità.

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martedì 8 novembre 2011

I Mazziniani di Terra D’Otranto – Maria Del Bene (Lupo editore)




















Con la pubblicazione di questo libro “si è ottenuto (…) un doppio risultato: celebrare degnamente in modo concreto il centenario mazziniano anche a Lecce, e ridare lustro alla laboriosa attività di Maria Del Bene a trent’anni dalla morte. I mazziniani di Terra d’Otranto tornano finalmente al loro posto centrale nella letteratura storica del Risorgimento salentino, e possiamo salutarne la ristampa adottando la stessa frase con cui Benedetto Croce salutò La Puglia nel Risorgimento di Antonio Lucarelli: “Questa è per me una storia domestica ed appassionante; e poiché è lumeggiata con” nuovi documenti e in più parti rinnovata, la lettura riesce assai attraente e dilettevole.”


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lunedì 7 novembre 2011

Vita e miracoli di San Giuseppe da Copertino descritti da Giuseppe Ignazio Montanari in un libro a cura di Luca Nolasco (Lupo editore)





















Estratto della prefazione al libro di Alessandro La Porta: ‘Il libro rappresenta ancora oggi un punto fermo nella tradizione biobibliografica giuseppina, che ha avuto di secolo in secolo i suoi campioni. Questo ne giustifica la riproposizione al pubblico più moderno e spregiudicato attraverso la ristampa fotomeccanica, l’unica affidabile quando si voglia restituire l’autentica voce dell’autore, a distanza di poco più di 150 anni. La Vita di San Giuseppe da Copertino terminata e data alle stampe nel 1851 tocca troppo da vicino il cuore dell’autore ed è infatti partecipata e, si direbbe, sofferta ad ogni pagina, quasi come un’autobiografia ). La compartecipazione del Santo è auspicata, quasi pretesa, e la giustificazione dell’operazione culturale, apparentemente inutile dopo una lunga serie di biografie tra cui primeggiano quelle di Nuti, Bernino, Pastrovicchi (si vedano le pagine Al pio lettore), E’ nella simbiosi con lui, nell’apparentamento di due vite quasi parallele, almeno nelle prove. La tragedia di Giuseppe Desa si dipana nel segno dell’imitazione di Cristo, e nel segno del suo nume tutelare Giuseppe va intesa l’esperienza personale di Montanari. D’altra parte l’imitazione dell’inimitabile è quanto mai evidente a proposito dei rapimenti, dei voli, delle mancanze del copertinese, a confronto dei quali ciascuno si perde, entra in crisi, resta confuso: non vi è qui spiegazione logica che regga tranne un credo incondizionato, e la particolarità del misticismo di San Giuseppe (ma solo per la mentalit? occidentale). Il problema principale di questa vita controcorrente è affrontato e risolto nel grande oceano della fede, cui Montanari si abbandona al seguito del suo santo?

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domenica 6 novembre 2011

CARMELO BENE E GIUSEPPE DESA DI COPERTINO Maiorano Lucio e De Florio Pietro (Lupo editore)





















Carmelo Bene e Giuseppe Desa da Copertino due uomini vissuti in epoche diverse, in diversissimi contesti storici, ma entrambi figli del Salento. Questa terra, effervescente periferia, accomuna ed infonde loro, quasi plasmandone la personalità, il senso solidale dell’apertura verso l’altro. Tutto ciò ingenera nell’intimo dei due una verve, ovvero, l’insofferenza per ciò che è volgare ed ammantato di ipocrisia farisaica.

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sabato 5 novembre 2011

L’Equilibrio del Benessere – a caccia di cibi sani oggi a Cibus Mazzini

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Arcadia Lecce, Il Centro Studi Giorgio La Pira, L’Unione Casalinghe Europee Onlus, Cibus Mazzini, presentano “L’Equilibrio del Benessere – a caccia di cibi sani” il 5 novembre 2011 ore 17,30 presso Cibus Mazzini via Lamarmora 4 a Lecce. I relatori saranno la dott.ssa Eleonora Rollo e la dott.ssa Lisa De Simone.  Introduce i lavori Carmelo Isola – Centro Studi La Pira. Modera il dott. Gianluca Pasca – Presidente dell’Ass- Kalos Manfredi Pasca.
La scelta di un incontro sull’educazione alla spesa è legata al fatto che si sente oggi più che mai  il bisogno di informare circa gli acquisti consapevoli al fine di raggiungere una dieta equilibrata, che non significhi poi  privarsi di cibo, gusto e benessere. Tutt’altro: si tratta di scegliere cibi sani che giovino al nostro equilibrio psico-fisico. Infatti oggi sovente ci nutriamo di cibi e bevande che il mercato ci spinge ad acquistare senza sapere i reali contenuti di questi alimenti, provenienza ed altre informazioni indispensabili perché ci sia una maggiore consapevolezze e coscienza in tal senso.
Obiettivo dell’incontro è informare e sensibilizzare la comunità salentina tutta, e in questo la dott.ssa Eleonora Rollo, biologa nutrizionista, e la dott.ssa Lisa De Simone, esperta in clinica psicoanalitica dei disturbi del comportamento alimentare, che da anni collaborano anche nei progetti di divulgazione e informazione, porteranno per mano tutti i partecipanti all’incontro fornendo indicazioni indispensabili per chi ne vuole sapere di più

venerdì 4 novembre 2011

L’Unità e il Meridione, Nicola Mignogna (1808-1870) – Valerio Lisi (Lupo editore)
























Non è mai tardi per riappropriarsi del patrimonio storico culturale di un territorio, e le opportunità offerte dagli anniversari quando si prestano a più approfondite riflessioni o a rivisitazioni di fatti e personaggi condotte con taglio scientifico, vanno sempre colte a pieno nel comune intento di portare alla ribalta, illuminare di giusta luce, rendere di pubblico dominio importanti documentazioni parzialmente note o del tutto inedite. Su queste basi diventa più agevole  riproporre i protagonisti di una stagione, il Risorgimento, che fu vissuta intensamente anche nel Salento, sebbene di loro si parli poco ed i loro nomi risultino familiari ad  un limitato numero di studiosi.
Il Mignogna che conoscevamo era la figura forte di uno dei Mille, che  aveva avuto corrispondenza con Mazzini e si era accompagnato a Garibaldi, fino ad assumere la prodittatura in Basilicata, partendo dalle barricate del 1848, dal duro carcere borbonico, dagli entusiasmi del 1860. Si trattava sostanzialmente di un ricalco agiografico, dell’utilizzo di un cliché comune ad altri patrioti che onorano l’Italia. Mi riferisco al libro di Giuseppe Pupino Carbonelli datato 1889, edito per i gloriosi tipi del Morano di Napoli: un’operazione certamente in buona fede, condotta con sentimento, ma non molto di più, non molto oltre il dovere civile di ripercorrere il travagliato percorso umano, per consegnarlo ai posteri, che aveva trasformato il Nostro da tarentino in italiano. Leggerebbero più oggi, i giovani, un libro come quello, traboccante di retorica ed impostato all’antica? E si avvicinerebbe uno storico in cerca di testimonianze concrete ad un testo così?
Eppure sono molti i bagliori che sortiscono dalla sua biografia, a tutt’oggi solo parzialmente acquisita: dalla partecipazione attiva alle sette dei “Figliuoli della Giovane Italia” e dell’“Unità d’Italia” al crescente rifiuto della dinastia borbonica che nascondeva con la maschera del paternalismo un governo assolutistico negando con incosciente superficialità la dilagante miseria del popolo; dal costante anelito alla Costituzione che fiorito nel 1820, si era rinforzato, attraverso gli infausti esiti del ’48, fino a sfociare nel progetto verosimilmente di De Lieto da presentare a Luciano Murat, al suo avvicinamento appunto al murattismo, ben più radicato di quanto si possa credere; dal processo del ’56, il “Mignogna case” come lo definivano i giornali londinesi, che fece per la prima volta del presunto colpevole un eroe popolare, alla fervente attività di cospiratore, secondo l’opinione di Francesco De Sanctis che lo preferiva al teorico, all’idealista; dall’intesa con Pisacane, alla convergenza su Garibaldi. Uno sterminato campo di indagine e di ricerca, nel quale non è facile muoversi e districarsi.
Nasce allora proprio dall’esigenza di attualizzare una personalità complessa come quella di Nicola Mignogna il lavoro di Valerio Lisi, che scava a fondo con  metodo ed esperienza, che presenta i fatti con estrema obiettività, che fa emergere la complessità della storia in un momento cruciale come il Risorgimento. Non si tratta, e non potrebbe essere altrimenti, di una nuova biografia del tarentino, come non lo fu, per le ragioni che ho esposto, quella di Pupino Carbonelli, ma di un corposo contributo ad un futuro definitivo bilancio. Ci sono i documenti, e non mancano gli elementi utili ad una attendibile successione cronologica: e c’è, in aggiunta, l’onestà dello storico vero, che non si sbilancia in mancanza di prove. Mi fa pensare, questa riflessione, alla ormai vecchia questione crociana, se, quando, e in che termini, la biografia possa ambire a diventare storia: non è facile dare una risposta, ma un libro come questo di Lisi sembra conciliare armoniosamente i due generi. L’elenco delle fonti d’archivio basta a dare un’idea della serietà dell’impegno: dal Museo del Risorgimento di Roma al Museo San Martino di Napoli, dall’Archivio di Stato di Napoli a quelli di Torino e di Genova, e all’estero Parigi e Vienna. Quasi tutti i carteggi sono inediti e presentano un formidabile apparato documentario al testo, sempre asciutto ed essenziale: come pretende il lettore dei nostri tempi, attento più ai fatti che alle ipotesi. Le note costituiscono quasi un argomento a sé stante, numerose ed illuminanti come si presentano: una sorta di contraltare, se così si può dire, alla struttura del libro di Pupino Carbonelli e senza alcun intento polemico con l’illustre precedente, che è ormai da tutti considerato un classico.
Uno studio dunque sostanzioso e innovativo, che mette in campo materiali alternativi e farà scaturire ulteriori discussioni. Per esempio l’allargamento dell’indagine a figure apparentemente secondarie che con il Nostro ebbero a che fare, di cui qui non si poteva che fornire qualche informazione di massima, o l’individuazione del preciso ruolo da lui svolto all’interno dell’attività tipografica clandestina che faceva da supporto alla diffusione ed alla penetrazione nel Regno di Napoli delle idee “sovversive”. Il libro ci aiuta a sciogliere, poi, qualcuno dei nodi che caratterizzano il fenomeno del settarismo preunitario, e ci porta  almeno a intravedere il legame sottostante che unisce eventi apparentemente slegati fra loro: certamente nei piani del Mignogna doveva esservi una logica ferrea, che non è facile per noi individuare, ma su cui abbiamo ora, finalmente, qualche elemento.
Insomma, e sia detto per concludere, questo libro costituisce un piccolo monumento, ben rifinito e sicuramente più duraturo, di quello che la città di Taranto, il  “natìo loco”, non volle – o non poté in circostanze storiche ben diverse – dedicargli per ricordarlo alle nuove generazioni. Una sorta di risarcimento a fronte di quella pubblica commemorazione che arrivò con 19 anni di ritardo nel 1889 e dei due mancati appuntamenti in coincidenza con il centenario della morte (1970) e il bicentenario della nascita (2008). Un doveroso riconoscimento, quello di Valerio Lisi, cui tutti dobbiamo essere grati, nei confronti di un uomo integro per coerenza e per amor di patria, che degnamente rappresenta il Salento nel lungo e frastagliato processo unitario. Un uomo che operò a favore di quel popolo «diviso per sette destini / in sette spezzato da sette confini», come scriveva Berchet, puntando per la vita intera all’avveramento del sogno in cui aveva creduto e per cui aveva combattuto. (Alessandro Laporta)

VALERIO LISI - Nato a Taranto nel 1965 da genitori leccesi. Diplomato presso il liceo “Archita” di Taranto, nel 1990 si è laureato in Economia e Commercio presso l’Università degli Studi di Pavia. Vive e lavora a Taranto.

giovedì 3 novembre 2011

COME LEI MI INSEGNA DI LOREDANA RUFFILLI (LUPO EDITORE)





















Dora è un’insegnante appassionata, un modello di vita per i suoi alunni. Ciò che la contraddistingue è l’acutezza dell’osservazione,  la limpidezza di giudizio, il suo spessore affettivo e l’apertura mentale. La generosità con la quale si spende nella sua professione travalica spesso le sue forze obbligandola a “staccare la spina” e ad affrontare la propria interiorità per mettere ordine nelle sue consapevolezze e riprendere coscienza del proprio valore.
Antologia umana dal sorriso dolente, piena di amore per i giovani e intrisa di profonda onestà, quella della protagonista che sulla propria pelle affronta il dubbio dell’inganno, della reale capacità dell’istituzione scolastica di svolgere la sua funzione sociale.
Un “libro bianco” sulla scuola e su chi la vive e la soffre, una testimonianza di cui si avverte la forza veritiera, permettendo così di guardare dietro le quinte. La storia di una vocazione, di uno slancio idealistico destinato a scontrarsi frontalmente con una istituzione inaridita da fardelli burocratici, falsi carrierismi e cinismo dei singoli. Una realtà di provincia che propone un quadro emblematico della situazione generale.

LOREDANA RUFFILLI

Nasce a Squinzano (Lecce), il 4 febbraio 1961. Completati gli studi classici, consegue a 23 anni la Laurea in Lingue e Letterature Straniere con lode presso l’Università degli Studi di Lecce. Vanta una carriera venticinquennale come docente di Lingua Francese. È interessata a molteplici aspetti artistici: dipinge e disegna da autodidatta, ha partecipato per diletto ed esperimento a trasmissioni tv, studia canto jazz, conta nel curriculum personale corsi di dizione e tecniche comunicative, oltre a piccole ma interessanti esperienze teatrali. È alla sua terza esperienza letteraria, con Publigrafic ha pubblicato “Double face – l’apparenza inganna” (2005), e “La cura dell’attimo” (2007), partecipando con entrambe le opere a Città del Libro in Campi Salentina. Indipendente e trasparente, si definisce autoironica, libera nel pensiero e coerente.