Si tratta del'ultimo libro che uno dei   maggiori teologi del XX secolo si era proposto di scrivere come atto   conclusivo del suo percorso intellettuale e scientifico, prima ancora di   essere eletto Papa. Così l'autore non intende parlare in primo luogo   quale Romano Pontefice, ed il libro non vuole essere un atto ufficiale   del suo magistero. Ma questa apparente debolezza in realtà si rivela la   forza di un libro che desidera liberamente interloquire con tutti.   L'analisi tanto appassionata quanto scientificamente rigorosa degli   avvenimenti - l'Ingresso a Gerusalemme, la Lavanda dei piedi, l'Ultima   Cena, il Getsemani ed altro ancora - è come attraversata da una nota di   sottofondo sempre ricorrente: è la domanda di importanza decisiva a un   tempo per lo studioso e per ogni credente: il Gesù nel quale crediamo è   anche il Gesù veramente esistito? I Vangeli ci mostrano la figura di   Gesù la più storicamente sensata e convincente? 

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