Frammenti di un filtro chirurgico comunemente installato
nella vena cava dei malati di tromboembolia polmonare, vengono estratti dal
corpo di un paziente dopo un’accidentale rottura dello strumento. Un’analisi
accurata di quei frammenti rivela la presenza di materiali che non appartengono
né al filtro né all’organismo umano. L’indifferenza della comunità accademica
di fronte a questa scoperta si trasforma in disagio e talvolta in vero e
proprio boicottaggio quando gli studi condotti dall’autore continuano a
confermare un preoccupante risultato: il nostro corpo assorbe, dall’aria che
respiriamo così come dai cibi che ingeriamo, diverse tipologie di elementi,
minuscole polveri che, riconosciute come estranee dal corpo, provocano reazioni
infiammatorie importanti, talvolta origine di gravi patologie. Nasce da queste
prime indagini un ostinato percorso di ricerca per dare finalmente risposta a
un quesito scientifico fino a oggi pericolosamente ignorato o osteggiato. Qual
è l’origine delle micropolveri? Come agiscono quando vengono assorbite dal
nostro corpo? Quali patologie apparentemente estranee a questo fenomeno possono
finalmente trovare una spiegazione? Quali potenti lobby economiche e politiche
hanno interesse a mantenere lo status quo e che ruolo gioca in tutto questo il
business dei rifiuti?
Laureato in Farmacia a Modena, Stefano Montanari inizia a
interessarsi di tecniche applicate alla Medicina e alla Cardiochirurgia dal
1972, completando la propria educazione con soggiorni presso università e
centri ospedalieri. La curiosità lo porta a spaziare in varie branche dell’arte
medica, ma costante è il rifiuto di considerare la Medicina una scienza e,
soprattutto, i medici degli scienziati.Al 1979 risale la sua collaborazione con
Antonietta Gatti, fisico e bioingegnere oltre che sua moglie, e fondatrice
della disciplina delle Nanopatologie, ovvero le malattie da micro e nanopolveri
inorganiche. La scoperta di come le particelle prodotte principalmente da
combustioni (traffico automobilistico, molti tipi di fabbriche, esplosioni,
inceneritori, ecc.) siano capaci di penetrare nell’organismo umano fino al
nucleo delle cellule provocando una lunga serie di malattie e malformazioni
fetali costituisce una svolta nella conoscenza della Biologia e della Medicina.Dopo
essere stata contrastata dall’Università, Antonietta Gatti (con Stefano
Montanari al suo fianco) ottiene dalla Comunità Europea, nel 2002, la direzione
di un progetto di studio chiamato Nanopathology cui ha partecipato, tra le
altre, anche l’Università di Cambridge, e dal 2006 la direzione di un altro
progetto sull’interazione tra nanopolveri e cellule cui afferiscono 10 centri
di ricerca europei. Ora Stefano Montanari è direttore scientifico del
laboratorio di ricerca Nanodiagnostics in cui si studiano proprio gli effetti
delle polveri su ambiente e salute, con particolare enfasi sulle malformazioni
fetali e sulle malattie dei reduci dalle guerre nella ex-Jugoslavia, in Iraq e
in Afghanistan.Nella primavera del 2008, in occasione delle elezioni politiche,
Montanari è stato candidato premier per la lista civica nazionale Per il Bene
Comune. Impossibile definire di destra, di centro o di sinistra un programma
che si pone come obiettivo quello di salvare una barca comune che fa
vistosamente acqua, dall’ambiente all’economia, dalla legalità
all’istruzione.Autore di numerosi racconti (una sua raccolta è pubblicata sotto
il titolo di La Carne
Addosso), di qualche testo teatrale e di molti articoli
scientifici, ha partecipato come attore al film Checosamanca e Sporchi da
Morire.
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