Cimentarsi nella ricostruzione della vita quotidiana e delle
vicende storiche dell’ ordine monastico cavalleresco medievale più controverso
della storia è facile impresa, considerato il numero di fonti e documenti di
cui fortunatamente disponiamo. Redigere, invece, un testo in cui si voglia
dimostrare la presenza dei Templari in un determinato luogo risulta
un’intrepida fatica. La damnatio memoriae successiva alla loro condanna per
eresia si rivelò un vera e propria brutalità nei confronti di tutto ciò che potesse
in qualche modo parlarci della loro esistenza. Molte testimonianze furono
distrutte , alcuni edifici sembrano spariti nel nulla, numerosi affreschi
realizzati in chiese e abbazie templari furono scalpellati, deturpati o coperti
da strati di intonaco , nuovamente dipinti. Eppure qualcosa è rimasto. La
professoressa Maria Moschella, in questo suo scritto, in cui rivela la ferma
volontà di parlare dei cavalieri templari screditando ogni ignobile fantasia ,
guidata da una singolare passione è riuscita a scovare nel territorio in cui
vive frammenti di affreschi e simboli che possono ancora confermarne la
presenza.Certo, come lei stessa ha più volte dichiarato, il metodo di ricerca
non può fondarsi sul ritrovamento di contratti che ormai non esistono più , ma
sul confronto tra ciò che resta negli edifici documentati e ciò che viene
reperito in altre sedi. Un grande lavoro di ricerca, dunque, portato avanti con
amore e condensato in un testo dallo stile fluido e facilmente fruibile.
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