Banche che creano denaro dal nulla,
i Rotschild, l'assassinio di Kennedy e di Tesla, l'11 settembre, il fondo
monetario internazionale, il ministero del commercio internazionale, gli
organismi geneticamente modificati, pedofilia, sette sataniche, medicina, mass
media, giustizia... tutti strumenti per l'oppressione e la disinformazione.
Prendendo spunto dall’analisi dei maggiori organismi di politica ed economia
internazionali (il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale,
l’ONU, l’Organizzazione per il Commercio, ecc.) e di quelli che sono, in
realtà, i compiti da questi svolti, Marcello Pamio ci introduce in un mondo di
corruzione e cospirazione, di massoneria e sette segrete, di personaggi che
lavorano dietro le quinte per mantenere il potere nelle mani di poche famiglie,
“i burattinai”. Osservando come operano e da chi sono gestite le grosse
multinazionali, le banche e le organizzazioni internazionali, l'autore porta
alla luce una rete di collegamenti tra uomini politici di tutto il mondo e un
piccolo gruppo di famiglie, per lo più di banchieri, il cui obiettivo è di
mantenere il controllo totale sul mondo e sugli individui, anche attraverso la
manipolazione della salute e la diffusione delle malattie. Un libro completo e
chiaro, che fa nomi e cognomi dei personaggi implicati. Un testo di
controinformazione che tutti dovrebbero leggere prima di fare la spesa,
ascoltare un telegiornale o dare il proprio voto!
Ma Marcello Pamio non si ferma a
questa semplice analisi del mondo in cui viviamo: egli spiega che “il lato
oscuro” è la famosa ombra straordinariamente descritta dal grande psicanalista
Carl Gustav Jung e presente in ognuno di noi. In particolari ed estreme
condizioni essa arriva a controllare e manipolare la persona stessa e di
conseguenza le masse. L’Ordine Mondiale altro non è che un’unica grande ombra,
unione di tante ombre… È molto importante sapere non solo che ognuno di noi ha
al suo interno un lato divino (luce) e un lato demoniaco (ombra, oscurità) ma
che quest’ultimo, se lasciato andare e nutrito, è in grado di controllare le
nostre vite.
Estratto: Capitolo I -
L’Organizzazione delle Nazioni Unite
«Avremo un governo mondiale, che
ci piaccia o no. Si tratta soltanto di sapere se verrà creato con la conquista
o col consenso». Paul Warburg (banchiere) al Senato americano, 1950.
Come ho già detto
nell’introduzione, l’Organizzazione delle Nazioni Unite non rappresenta
effettivamente quel Governo Globale tanto osannato dalla letteratura del
settore quanto esecrato e deriso dai mass-media in generale. Non ancora,
perlomeno. L’ONU, al momento attuale, è solamente il passaggio ultimo e
obbligatorio per giungere a qualcosa di più potente e centralizzato, un vero e
proprio “Ordine” in grado di “controllare e proteggere” il mondo intero, con un
esercito, una lingua e una moneta propri. Un sistema globalizzato e
globalizzante con l’obiettivo di uniformare – per gestire al meglio – tutti i
Paesi del pianeta e soprattutto le loro economie. Un sistema assolutamente
fascista. Nell’antica Roma il “fascio” era il simbolo del potere dei magistrati:
una scure circondata da verghe di olmo e betulle legate assieme. Oggi, al posto
della scure troviamo il denaro e invece delle verghe le corporazioni: tutte
strettamente avvinghiate attorno al denaro!
Nonostante siano passati migliaia
di anni, la situazione non è cambiata: quando il potere è concentrato in poche
persone, la democrazia non esiste più.
1) Il “Nuovo Ordine Mondiale” è
molto simile al Grande Fratello profetizzato da George Orwell nel suo
capolavoro, 1984 (se non lo avete ancora letto, fatelo quanto prima). La
differenza è che non stiamo parlando di un romanzo, ma della nostra vita. È
sufficiente, infatti, analizzare attentamente, in maniera critica, la storia e
i più recenti accadimenti geo-politici per rendersi conto di come gli eventi
stiano procedendo inesorabilmente su questa strada. Ma andiamo per ordine.
Cominciamo parlando della “Conferenza per la Pace” che ebbe luogo il 18 gennaio 1919, subito
dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, sancita nel lussuoso Castello di
Versailles tra i Paesi usciti vittoriosi. Un trattato di non belligeranza che
aveva lo scopo di trasformare il mondo di allora in uno migliore e privo di
guerre: quello di oggi. Che illusione! L’attuale situazione politica
dell’Europa si può dire che rispecchia, con qualche differenza, proprio i
voleri del Trattato di Versailles.
Un Trattato che, secondo il
banchiere miliardario americano Vanderbilt, fu «concepito in uno spirito di
odio e di malvagità, di accecamento e di follia e a esso è imputabile la
maggior parte, se non la totalità, dei mali d’Europa».
2) Nello stesso anno, a Ginevra
venne costituita un’organizzazione molto importante: la “Società delle Nazioni”
(S.d.N.), un’associazione a carattere confederale, cioè un’unione di governi e
non di popoli che aveva come scopo il mantenimento della pace nel mondo.
3) Promossa dal presidente degli
Stati Uniti d’America, Woodrow Wilson, venne accettata dagli stati vincitori
della guerra (Inghilterra, Francia, Italia, Giappone, ecc.) a esclusione
proprio degli Stati Uniti.
4) La “Società delle Nazioni” era
essenzialmente caratterizzata da tre organi:
l l’Assemblea, formata da tutti
gli Stati membri i quali avevano diritto di voto;
l il Consiglio, composto da pochi
stati e soprattutto dalle grandi potenze;
l il Segretariato Generale,
l’organo esecutivo.
Il mantenimento della pace era
giuridicamente affidato a entrambi gli organi attivi, l’Assemblea e il
Consiglio, ma si può dire che quest’ultimo, in cui prevalevano le superpotenze,
in pratica aveva la possibilità di imporre le risoluzioni. Oggi sappiamo che la
“Società delle Nazioni”, operante nel breve periodo fra le due guerre, dal 1919
al 1939, non conseguì gli scopi per i quali era stata costituita poiché non
ebbe l’appoggio necessario né dalle grandi potenze, né dagli altri stati
membri.
Il suo mandato, infatti, fu
rispettato, per così dire, solamente per una ventina d’anni, cioè fino allo
scoppio della disastrosa Seconda Guerra Mondiale. L’insuccesso della S.d.N.
dipese dall’atteggiamento dei rappresentanti in seno al Consiglio, il
disinteresse dell’Inghilterra e della Francia, e principalmente dalla mancata
adesione degli Stati Uniti alla Società nel 1919.
Per questi motivi la “Società
delle Nazioni” fu soppiantata dall’odierno governo dei “caschi blu”: l’ONU
(Organizzazione delle Nazioni Unite), i cui accordi vennero elaborati in varie
tappe: inizialmente durante la
Conferenza di Teheran (28 novembre – 1 dicembre 1943), poi a
Bretton Woods (22 luglio 1944) e a Dumbarton Oaks (Washington, 27 agosto – 7
ottobre 1944), infine durante la
Conferenza di Yalta (4 – 11 febbraio 1945) e la Conferenza Internazionale
di San Francisco il 26 giugno 1945.
5) Quindi, ricapitolando:
la Prima Guerra Mondiale
porta alla nascita della Società delle Nazioni;
dopo la Seconda Guerra Mondiale
si giunge alla fondazione delle Nazioni Unite; e perciò, secondo logica,
dovremo aspettarci una Terza Guerra Mondiale che porti alla nascita del Nuovo
Ordine Mondiale.
Non è così assurdo, se ascoltiamo
attentamente le parole che l’arcivescovo di York, William Temple, disse durante
il Congresso dell’Unione Universale per la Pace del 1937: «Potrebbe essere necessario che si
addivenga a una nuova terribile guerra per ristabilire l’autorità della
“Società delle Nazioni”; potrebbe accadere che la generazione attuale e le
future siano decimate, sacrificate, affinché la “Lega di Ginevra” ne esca
riaffermata, come l’ultima guerra fu indispensabile alla sua creazione».
6) Quindi, anche se non sono uno
strenuo sostenitore della logica, devo ammettere che lo scoppio della Terza
Guerra Mondiale per instaurare il Nuovo Ordine Mondiale non è un’ipotesi da
scartare!
Attenzione però, non si tratterà
di una guerra mondiale come la intendiamo noi, o per lo meno come ce la mostra
Hollywood, ma di qualcosa che avrà più a che vedere con lo scontro tra il Bene
e il Male. Terrorismo afgano, iracheno, arabo, palestinese, pachistano,
irlandese, basco, iraniano, siriano, e chi più ne ha più ne metta: questo è il
Male; Stati Uniti d’America e alleati, invece, rappresentano il Bene. «Tutti
uniti per combattere il Male», sono le profetiche parole del Presidente degli
Stati Uniti, George W. Bush. Il Presidente texano esorta candidamente la
coscienza planetaria a organizzarsi per combattere l’ultima grande guerra, la
più tremenda e infima: quella al terrorismo!
Una guerra invisibile che
s’insinua all’interno del tessuto sociale come un cancro.
Purtroppo, la “chemioterapia
occidentale”, il Bene, con la scusante del terrorismo ha carta bianca per
promulgare leggi che le permettono di “operare” dove e come vuole. Interventi
che spesso e volentieri, sfidando il calcolo delle probabilità, si concentrano
in aree petrolifere o in quelle indirettamente collegate. Strana coincidenza,
vero? Vedremo, invece, che le coincidenze non esistono, e che dietro ogni
guerra ci sono sempre e solo interessi economici enormi. Nulla di religioso,
nulla di politico, nulla di etnico. Queste sono semplici coperture che vengono
veicolate attraverso i mass-media per lobotomizzarci, impedendoci di vedere le
vere motivazioni e la costituzione stessa di questo Nuovo Ordine Mondiale.
Continuerà a chiamarsi ONU? Forse,
ma potrebbe anche cambiare nome. Non è questo il punto. La cosa certa è che
dovrà estendere l’attuale influenza politica all’intero pianeta e raggruppare
la totalità o quasi dei Paesi del mondo, Asia e Americhe incluse.
Un’influenza che proprio in
questi mesi si sta allargando a ben venticinque Paesi europei. La recentissima
votazione avvenuta in Irlanda, infatti, ha concesso la possibilità di procedere
a questo allargamento globalizzante. In un colpo solo gli stati membri sono
aumentati di ben dieci unità. Una mossa strategica molto importante, se
considerata in funzione del progetto di conglobare tutto e tutti!
Come per la “Società delle
Nazioni”, anche l’ONU è un’associazione confederale di governi, volontaria,
perpetua e universale, il cui Statuto, però, conferisce al Consiglio di
Sicurezza, e quindi alle grandi potenze, in primis agli Stati Uniti d’America,
una netta prevalenza.
Ma il vero obiettivo di quest’organizzazione
è di riunire tutti gli stati in un unico governo e sotto un’unica bandiera per
facilitare, così, il lavoro dei Burattinai.
Una bandiera, anzi un logo, che
racchiude, guarda caso, diversi simboli massonici: il mondo diviso in 33
settori e circondato da 13 foglie o spighe.
7) Il 33 è il numero del
compimento e coincide anche con il massimo grado della massoneria del “rito
scozzese antico e accettato”.
Gesù Cristo stesso, quando è
morto, spiritualmente parlando, aveva appunto 33 anni.
Presso i Celti il 33 era
considerato un numero legato alla magia.
8) Il 13, invece, è forse il
numero più conosciuto e interessante. Nei 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi, esso
è rappresentato attraverso l’immagine della Morte, intesa come momento di
trasformazione, cambiamento e rinascita. Nella tradizione cristiana in cui
Giuda, il traditore, viene accostato al 13 (Gesù più dodici apostoli), questo
numero indica la gerarchia infernale. Inoltre, anche le streghe appaiono a
gruppi di 13.
9) Per alcuni studiosi dell’alfabeto
ebraico, il 13 è simbolo di distruzione e morte, come pure la trascrizione
numerologica della parola “male”.
10) Un simbolo sicuramente pregno
di significati! Ci saranno state delle ottime ragioni per scegliere questo logo
invece di un altro; ma una simile concentrazione di simboli non è un po’
strana? Così come sembra altrettanto strana la coincidenza che vede convergere
la politica mondialista dei Burattinai con i trattati dell’ONU! Se questa
affermazione appare poco credibile, è giusto allora ricordare il rapporto di
settantacinque pagine ideato come supporto all’iniziativa del Segretario
Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan per stabilire delle relazioni fra l’ONU
e il mondo imprenditoriale. Il titolo del rapporto recita: «Le Nazioni Unite e
il Commercio Globale».
Kofi Annan, durante il Forum
Mondiale dell’Economia tenutosi nel 1998, davanti a una platea che vedeva
presenti i potenti manager di industrie come la Coca Cola, McDonald’s,
Rio Tinto, Unilever, Alcatel, Henkel e molti altri, disse che «mercati fiorenti
e sicurezza umana procedono di pari passo; senza l’una, non potremo avere gli
altri».
Avete letto attentamente le
parole del Segretario?
Il Rapporto mette in evidenza
tutti i servizi globali molto spesso ignorati che il sistema delle Nazioni
Unite fornisce ogni giorno. Un esempio per tutti è quello della Commissione
delle Nazioni Unite per il Commercio Internazionale (UNCITRAL). Questa
Commissione istituisce delle regole standard che vengono applicate dalle parti
in causa nelle transazioni commerciali transfrontaliere, semplificando la
procedura da seguire. «Le Nazioni Unite non significano solo convegni e
conferenze», come ha giustamente dichiarato John Ruggie, il Sottosegretario
Generale dell’ONU «Una parte significativa – continua Ruggie – delle attività è
la fornitura di quei servizi, elencati nel Rapporto, che servono di supporto al
mondo imprenditoriale… permettendo la riduzione dei costi di transazione e dei
rischi commerciali».
Ora il concetto è chiaro. L’ONU,
tra una guerra e l’altra, un trattato di pace e l’invio di ispettori in giro
per il mondo, fornisce tutti gli strumenti necessari agli industriali per
agevolare i loro affari e i loro interessi nei Paesi in via di sviluppo. La
conseguenza è che agevolando le corporazioni si agevolano anche i Controllori,
che sono dietro le quinte di ogni impero economico.
A proposito di guerre, la
recentissima e ingiustificata catastrofe umanitaria accaduta all’Iraq, che avrà
sicuramente strascichi socio-religiosi incommensurabili, ha definitivamente
sancito la morte politica dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Una morte,
come ho detto prima, dal punto di vista esoterico coincide sempre con una
rinascita: e, in questo caso, di quale nascita stiamo parlando? Naturalmente di
quella del Nuovo Ordine Mondiale! Le modalità con cui questa guerra è stata
scatenata (e non mi riferisco alle vere motivazioni, che vedremo meglio più
avanti) sono state studiate nel dettaglio per provocare una spaccatura
all’interno delle Nazioni Unite. Oggi l’ONU ha perduto la sua autorità
decisionale, se mai ha avuto quest’autorità, e soprattutto ha perso la faccia
di fronte alle nazioni mondiali, per cui si renderà necessario recuperare le
macerie di ciò che è stato e costruire un’entità più solida e duratura, qualcosa
che assomigli a un Nuovo Ordine Internazionale. Fin qui abbiamo affrontato
l’aspetto politico delle Nazioni Unite; ma quale effetto produce l’unione sul
piano psicologico e sociale? L’Unione, in questo caso europea, ha lo scopo di
eliminare le differenze, la storia, la cultura e le tradizioni dei singoli
popoli. I governi nazionali vengono soppiantati da un unico governo
sopranazionale perdendo le proprie autonomie e democrazie e diventando tutti
uguali. L’Unione Europea, come spiega Ida Magli nel suo libro Contro l’Europa,
tutto quello che non vi hanno detto di Maastricht, edito da Bompiani, è fondata
su un razzismo ideologico che mira alla standardizzazione affermando che tutto
è identico.
Non potendo certo eliminare
coloro che non sono uguali sopprimendoli, negano l’esistenza delle differenze. Come
dire: essendo tutti uguali, è giusto essere governati nella stessa maniera. «In
questo modo – continua l’antropologa Magli – si arriva alla disgregazione
dell’Io nazionale che porta alla frantumazione dell’Io individuale». Tutto ciò,
naturalmente, per la gioia dei Burattinai. Manipolare milioni di persone prive
d’identità è un gioco da ragazzi. Da questo punto di vista, cosa possiamo dire
della moneta unica, dell’Euro?
Nel momento in cui scrivo le
problematiche sociali legate all’Euro sono già emerse. Quando paghiamo e/o
acquistiamo qualsiasi cosa, il nostro cervello fa almeno una conversione, da
Euro a Lire, per comprendere l’effettivo e intrinseco valore del prodotto.
Abituati da oltre un secolo a usare la
Lira, ci vorrà molto tempo per fare nostro il nuovo sistema
di computazione. Molto tempo.
Questo comporta un dispendio
gratuito di energia. I Francesi, se questo ci può consolare, stanno peggio di
noi: il Franco, dopo ottocento anni di utilizzo, è stato accantonato in quattro
e quattr’otto per fare posto alla moneta unica europea! Storia a parte,
l’avvento dell’Euro, in sinergia con la cupidigia di molti commercianti e con
le speculazioni di molti industriali, in pratica ha provocato il raddoppio, o
quasi, dei prezzi dei prodotti, quelli di consumo in primis. Le pubblicazioni
degli enti ufficiali di statistiche sull’inflazione sono veramente ridicole;
calcolano il tasso – giustamente dal loro punto di vista – utilizzando un
“paniere” composto da oltre un centinaio di prodotti che vanno dalle automobili
alle cerniere lampo, fino al caffè. È logico che, alla fine dei conti, se
prendiamo in considerazione, per esempio, la svalutazione delle automobili
avvenuta negli ultimi anni, il valore dell’inflazione risulta molto basso,
nell’ordine del 3-4%.
Ma se lo stesso calcolo viene
eseguito esclusivamente con i prodotti di largo consumo, quelli alimentari per
intenderci, il risultato si aggira sul 29-30%. Una bella differenza! Questo è
quanto emerso dalla recentissima e polemica indagine dell’Eurispes, l’Istituto
di Studi Politici, Economici e Sociali. Non è certo una novità, almeno per
coloro che fanno la spesa di persona e soprattutto con i propri soldi. A
differenza di un anno fa, la quantità di prodotti che portiamo a casa oggi, a
parità di spesa, è decisamente inferiore.Dal punto di vista sociale e culturale
l’avvento dell’Euro è stata una manovra incredibilmente astuta, mentre dal
punto di vista economico si è trattato di un’azione criminosa. Prendiamo
coscienza di questo fatto e poniamo grande attenzione al nostro denaro. Denaro
che, oltre a volatilizzarsi sempre più rapidamente, viene addirittura creato
virtualmente dalle banche.Se qualcuno sta pensando che l’Euro mi ha dato alla
testa, mettete mano al portafoglio e tenetelo ben stretto, perché il prossimo
capitolo tratterà proprio di banche e denaro.
L'autore: Marcello Pamio vive a
Padova. Ha lavorato per alcuni anni nella redazione della famosissima rivista
Nexus (edizione italiana), che da sempre si occupa di denunciare ciò che le
fonti d’informazione ufficiali censurano. Dal 1998 è curatore del sito
www.disinformazione.it
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