Questo saggio di Paul Vulliaud è una
interpretazione di carattere esoterico di due quadri di Leonardo, il Bacco e il
Giovanni Battista, con lo scopo di rintracciarvi un messaggio «neoplatonico» ed
un riferimento alla mitologia tradizionale e ai suoi «misteri». L'Autore si
basa esclusivamente sul simbolismo pittorico, e ciò può apparire in contrasto
con alcuni atteggiamenti dello stesso artista, oltre che con l'imposizione
essenzialmente «scientifica» dei suoi studi e delle sue ricerche. Ma Vulliaud è
convinto che questo grande uomo, dopo essere stato assorbito dai suoi progetti
di ingegneria e dalle sue esperienze di saggio, abbia chiesto all'arte un mezzo
per esprimere le sue idee mistiche. Recenti studi hanno portato ulteriore
materiale e molte prove a sostegno di tale tesi, corroborando in tal modo le
affermazioni del Vulliaud. L'incongruenza è quindi soltanto apparente, dal
momento che il lato tecnico ed esteriore dell'opera evidentemente non incideva
sulle idee, la filosofia e la «visione del mondo» intime di Leonardo.
La sua opera è simbolica, o almeno il simbolo
è il segno sensibile per mezzo del quale l'artista ha espresso il suo pensiero;
e se noi decifriamo questo simbolo, tutto il mistero si dissolverà.
A Leonardo, genio universale, inventore,
scienziato e artista, va dunque la gloria di avere riunito in una sintesi
ineguagliabile il «vero» e il «bello», realizzando una grandiosa armonia tra
verità morale e verità artistica. E se i pittori mistici hanno fatto discendere
il cielo in terra, è giusto dire che Leonardo ha innalzato l'elemento umano
sublimandolo nel divino.
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