Il 19 settembre 1991, a
3200 metri
di altitudine, al confine tra Alto Adige e Tirolo, una coppia di escursionisti
tedeschi scopre un corpo mummificato intrappolato nel ghiaccio. Subito si pensa
ai resti di qualche alpinista scomparso nel corso dei decenni precedenti. Ma
presto si fa strada una verità stupefacente: Ötzi – così verrà battezzata la
mummia – è un uomo del Neolitico. E accanto a lui stanno gli oggetti che usava
quotidianamente, i suoi vestiti e anche le sue «medicine». Archeologi,
patologi, medici e biochimici di due paesi, l’Austria prima e l’Italia poi, si
mettono al lavoro (non senza contrasti e aspre rivalità) e compiono scoperte
sorprendenti sulla vita di quest’epoca remota. Non solo. Scoprono che Ötzi è
stato assassinato: ha una mano ferita e qualcuno l’ha colpito alla schiena con
una freccia. Chi è stato? E perché? A questi misteri presto se ne aggiungono
altri. Negli anni successivi al ritrovamento, sette delle persone che si sono
avvicinate alla mummia muoiono. I giornali incominciano a parlare della
«maledizione di Ötzi». In questo reportage esemplare Guy Benhamou e Johana
Sabroux ripercorrono tutta l’appassionante vicenda, ricostruendo nel dettaglio
gli studi eseguiti sul corpo della mummia e sugli oggetti che le appartenevano,
la sfida scientifica rappresentata dal problema della sua conservazione,
l’indagine «poliziesca» sulla sua morte violenta. E naturalmente anche la serie
di morti che ha decimato in breve tempo la piccola comunità che attorno a Ötzi
si era creata. Senza mai dimenticare che questo preziosissimo «reperto»
archeologico e antropologico è stato, molto tempo fa, un uomo, e come tale va
rispettato.
GUY BENHAMOU, giornalista, collaboratore della rivista «Le Point», è autore
di Pour solde de tout compte, Arnaud Montebourg, l’ambition à tout prix, Le
Pacte. JOHANA SABROUX è giornalista. Ha collaborato con Radio-France e
«Libération».
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