Tra il 1879 e il 1880, in compagnia di
alcuni amici americani, Helena Blavatsky, fondatrice e massima teorica della
Società Teosofica, compie un lungo viaggio in India, da cui ricava una grande
quantità di appunti che sono all’origine di questo volume e di un altro
(Un’isola di mistero) di prossima pubblicazione. L’India che incontra, come è
facile immaginare, è quella profonda, misteriosa e senza tempo, degli dei che
tutto possono, delle sette innumerevoli, degli eremiti e degli stregoni, dei
templi e delle caverne, delle giungle insidiose abitate da animali sacri e
crudeli.
Osservatrice acuta, appassionata
e dotata di un notevole sense of humour – oltre che narratrice di razza –, la Blavatsky evoca leggende
e tradizioni millenarie, ci introduce ai misteri di riti sciamanici e magici,
ci fa assistere a rituali di purificazione, a cerimonie funebri, a feste e
banchetti, ci svela i segreti dell’alchimia e delle scienze occulte.
Alla fine, di questo viaggio
avventuroso e incantato affiora la dimensione più autentica, che è quella
filosofica, spirituale ed esoterica.
Helena Petrovna Blavatsky
(1831-1891) nasce da una nobile famiglia russa. Appassionata studiosa di
filosofia, religioni e scienze metafisiche, ha viaggiato in moltissimi paesi
alla ricerca della conoscenza occulta, delle leggi inesplicate della Natura e
dei poteri latenti dell’uomo. Nel 1875 fondò a New York, con il colonnello
Henry S. Olcott e altri, la Società Teosofica, un movimento di ricerca
spirituale che ha, ancora oggi, adepti in tutto il mondo. È autrice di diversi
volumi, fra cui ricordiamo: Iside svelata, La dottrina segreta, La chiave della
Teosofia.
Nessun commento:
Posta un commento