«È un uomo che non muore mai e che sa tutto.» (Voltaire)
Alchimista in grado di trasformare il piombo e i metalli vili in oro, di far
aumentare di volume le perle e di togliere i difetti ai diamanti, mistico,
massone, rosacrociano, taumaturgo, diplomatico e musicista, uomo di sconfinata
cultura, il conte di Saint-Germain è sicuramente una delle figure più
enigmatiche del secolo dei Lumi.
Ma chi era veramente questo misterioso personaggio,
introdotto alla corte di Luigi XV da Madame de Pompadour, che si presentava di
volta in volta come Welldone, marchese d’Aymar o di Belmar, Surmont, principe
Rákóczi? Un ciarlatano o un genio? La maschera del gentiluomo apprezzato dai
salotti alla moda nascondeva forse l’archetipo del «Santo fratello
dell’umanità»?
A questi interrogativi il libro di Patrick Rivière fornisce
risposte esaurienti e suffragate da una importante messe di documenti (lettere
e memorie delle persone che lo hanno conosciuto, testi autografi o da lui
ispirati, decifrati qui per la prima volta) che finalmente permettono di
intravedere l’autentico profilo del conte di Saint-Germain.
PATRICK RIVIÈRE, storico delle religioni e dei miti,
filosofo, ex ricercatore universitario, ha pubblicato circa venti libri ed è
diventato un vero e proprio esperto di alchimia e di medicina ermetica. Dirige
l’Istituto di Studi Alchemici Spagy-Nature (Philosophi per Ignem), presso il
quale organizza degli stage formativi in laboratorio. Di lui le Edizioni L’Età
dell’Acquario hanno pubblicato Fulcanelli. La misteriosa identità dell’ultimo
alchimista (2006).
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