Teologi e filosofi, poeti e
pittori non hanno mai cessato di interrogarsi sulla natura degli angeli. La
loro immagine insieme splendida ed estenuata, pensierosa e feroce è penetrata
così profondamente, oltre che nelle preghiere e nelle liturgie quotidiane dell'occidente,
nella filosofia, nella letteratura, nella pittura, nella scultura, ma anche nei
sogni a occhi aperti, nelle sottoculture e nel Kitsch, che una comprensione
anche semplicemente coerente dell'argomento sembra impossibile. In che modo
comunicano fra loro e con gli uomini di cui si prendono cura? Hanno un vero
corpo o una specie di manichino che ogni volta assumono e lasciano cadere? Qual
è il loro sesso? Sono capaci di sentimenti, possono ridere o piangere? Ma,
soprattutto, qual è la loro funzione nel governo divino del mondo? Divisa in
tre sezioni corrispondenti alle tre grandi religioni del Libro - Ebraismo,
Cristianesimo, Islam - questa antologia riunisce per la prima volta in una
accurata presentazione critica i testi più significativi mai scritti sugli
angeli, da Origene a Tommaso d'Aquino, dalla Bibbia a Maimonide, da Avicenna al
sufismo. Ne esce un'immagine completamente nuova, in cui le delicate creature
alate che ci sorridono dai quadri di Giovanni Bellini mostrano improvvisamente
i tratti terribili della milizia divina e quelli loschi di una sterminata
burocrazia celeste, che tiene nelle sue mani non solo le fila dei rapporti fra
il divino e l'umano, ma anche la stessa posta in gioco della politica
occidentale.
Giorgio Agamben insegna Filosofia
teoretica all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Tra i suoi
saggi più recenti: Homo sacer (Einaudi, 1995); Profanazioni (Nottempo, 2005);
La potenza del pensiero (Neri Pozza, 2005); Il Regno e la Gloria (Neri Pozza, 2007);
Il sacramento del linguaggio (Laterza, 2008); Nudità (Nottetempo, 2009).
Emanuele Coccia insegna filosofia
medievale presso la Albert-Ludwigs Universität di Friburgo
(Germania). Ha pubblicato La trasparenza delle immagini. Averroè e l'averroismo
(Bruno Mondadori, 2005) e curato l'edizione italiana della Teoria dell'oggetto
di Alexius Meinong.
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