martedì 2 ottobre 2012

Valcento di Giancarlo Pavat (Belvedere)



L'Ordine dei Cavalieri Templari, “i Pauperes Commilitones Christi Templique Salomonici”, ha affascinato per secoli l'immaginario collettivo occidentale. Ma chi erano davvero questi cavalieri dai bianchi mantelli e dal vessillo bianco e nero; il "Valcento", appunto? Quali eventi ne determinarono la caduta? Sono vere tutte quelle leggende, voci, dicerie relative ai misteri ed enigmi che avrebbero celato? Ed ancora. Erano presenti in Italia e soprattutto nel Basso Lazio? A tali domande prova a rispondere questa straordinaria opera di Giancarlo Pavat; "Valcento. Gli Ordini monastico-cavallereschi nel Lazio meridionale", Edizioni Belvedere. In un racconto di piacevole lettura, Giancarlo Pavat, dopo aver tracciato a grandi linee la storia di quel periodo storico e della presenza degli Occidentali a Gerusalemme, ricostruisce la vicenda di quest’Ordine di monaci guerrieri, unico nella storia delle istituzioni cristiane, che costituì il primo esempio di esercito permanente nel mondo occidentale. L‘aspetto più interessante del libro e della ricerca da cui è scaturito è, indubbiamente, lo studio sulla presenza Templare nella Valle dell’Amaseno (Fr) e di tutto il basso Lazio tra il XII e il XIV secolo, assieme a quella di altri Ordini Monastico-militari e Ospitalieri. Si tratta di un filone di indagini praticamente inedito. Il lettore si trova proiettato all’interno di avvenimenti inattesi ed inusuali per una terra che, a causa di triti luoghi comuni, si è immeritatamente trovata ad essere più denigrata che seriamente indagata. Gli esiti sono stati sorprendenti, soprattutto per la scoperta sul territorio di numerosissimi simboli che stanno a testimoniare, in maniera inconfutabile, la presenza di questi Ordini Monastico-Cavallereschi in tutta la Vallata. Segni inequivocabili di una precisa geografia templare, giovannita e non solo. Giancarlo Pavat con il suo volume, da cui ogni futuro contributo sulla presenza degli Ordini nella Valle dell’Amaseno non potrà prescindere, ci offre un lavoro prezioso perché articolato, accurato ed ispirato ai più solidi principi della ricerca storica. L'impegno di studioso di Giancarlo Pavat è caratterizzato da una costante (e importante) opera di messa in luce e rilettura di fonti, note e meno note. Un lavoro, infine, utile e importante perché riesce a restituire oggettività storica alle vicende riportate, presentandole in un contesto rigoroso che va al di là del puro mito, liberandosi delle possibili falsificazioni e dei facili preconcetti sull’argomento.

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