L'Ordine dei Cavalieri Templari,
“i Pauperes Commilitones Christi Templique Salomonici”, ha affascinato per
secoli l'immaginario collettivo occidentale. Ma chi erano davvero questi
cavalieri dai bianchi mantelli e dal vessillo bianco e nero; il "Valcento",
appunto? Quali eventi ne determinarono la caduta? Sono vere tutte quelle
leggende, voci, dicerie relative ai misteri ed enigmi che avrebbero celato? Ed
ancora. Erano presenti in Italia e soprattutto nel Basso Lazio? A tali domande
prova a rispondere questa straordinaria opera di Giancarlo Pavat;
"Valcento. Gli Ordini monastico-cavallereschi nel Lazio meridionale",
Edizioni Belvedere. In un racconto di piacevole lettura, Giancarlo Pavat, dopo
aver tracciato a grandi linee la storia di quel periodo storico e della presenza
degli Occidentali a Gerusalemme, ricostruisce la vicenda di quest’Ordine di
monaci guerrieri, unico nella storia delle istituzioni cristiane, che costituì
il primo esempio di esercito permanente nel mondo occidentale. L‘aspetto più
interessante del libro e della ricerca da cui è scaturito è, indubbiamente,
lo studio sulla presenza Templare nella Valle dell’Amaseno (Fr) e di tutto il
basso Lazio tra il XII e il XIV secolo, assieme a quella di altri Ordini
Monastico-militari e Ospitalieri. Si tratta di un filone di indagini
praticamente inedito. Il lettore si trova proiettato all’interno di avvenimenti
inattesi ed inusuali per una terra che, a causa di triti luoghi comuni, si è
immeritatamente trovata ad essere più denigrata che seriamente indagata. Gli
esiti sono stati sorprendenti, soprattutto per la scoperta sul territorio di
numerosissimi simboli che stanno a testimoniare, in maniera inconfutabile, la
presenza di questi Ordini Monastico-Cavallereschi in tutta la Vallata. Segni
inequivocabili di una precisa geografia templare, giovannita e non solo.
Giancarlo Pavat con il suo volume, da cui ogni futuro contributo sulla presenza
degli Ordini nella Valle dell’Amaseno non potrà prescindere, ci offre un
lavoro prezioso perché articolato, accurato ed ispirato ai più solidi
principi della ricerca storica. L'impegno di studioso di Giancarlo Pavat è
caratterizzato da una costante (e importante) opera di messa in luce e
rilettura di fonti, note e meno note. Un lavoro, infine, utile e importante
perché riesce a restituire oggettività storica alle vicende riportate,
presentandole in un contesto rigoroso che va al di là del puro mito,
liberandosi delle possibili falsificazioni e dei facili preconcetti
sull’argomento.
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