Scrivere della Cavalleria, nei
suoi multiformi aspetti, significa soffermare l'attenzione su qualcosa di
importante e di particolare. Non solo perché la Cavalleria rappresenta
una cospicua parte della storia politica, religiosa, culturale e letteraria
dell'Occidente, ma anche perché si presenta come un sicuro richiamo
identitario. Un richiamo apparentemente fuori da ogni schema e forse dalla
stessa realtà, che sembra una delle tante utopie. Tuttavia, "l'utopia
cavalleresca" non ha soltanto infiammato gli animi di una stagione
storica, il Romanticismo, e creato una moda culturale che giunge sino al
presente. Ha dato anche corpo a quell'archetipo dell'eroe che costituisce la
personalità di ciascuno e la cui assenza provoca sicuro disagio.
Claudio Bonvecchio è
Professore Ordinario di Filosofia delle Scienze Sociali e Presidente del
Consiglio di Corso di Studi in Scienze della Comunicazione nell’Università
degli Studi dell’Insubria (Varese). Coordinatore del Dottorato in Filosofia
delle Scienze Sociali e Comunicazione Simbolica, è membro del Consiglio
Scientifico del Centro Speciale sulla Simbolica Politica e delle Forme
Culturali dell’Università degli Studi dell’Insubria e del Comitato Scientifico
del Centro di Studi Internazionale sul Simbolico dell’Università degli Studi di
Messina. È Direttore Scientifico della Rivista «Metabasis». Tra i più recenti
lavori pubblicati si segnalano: Il pensiero forte, Settimo Sigillo, Roma 2000;
Apologia dei doveri dell’uomo, Terziaria, Milano 2002, La Maschera e l’Uomo, Franco
Angeli, Milano 2002, Il coraggio di essere (con B. Luban-Plozza), Dadò Editore,
Locarno 2002; Europa dei mercanti, Europa degli eroi. Itinerari di ribellione,
Settimo Sigillo, Roma 2004; Inquietudine e Verità, Giappichelli, Torino 2004;
Dove va l’idea di tradizione, Settimo Sigillo, Roma 2005; Il sacro e la
cavalleria, Mimesis, Milano 2005.
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