In tutto, la prima fonte del Sacro Graal, da   cui letterariamente nasce l'avventura e il mistero del calice di Gesù, è   racchiusa in un piccolo nucleo di romanzi prodotti in non più di una   cinquantina d'anni (dalla seconda metà del XII secolo alla prima del   XIII). Eppure da allora se ne parla e l'incidenza e l'influenza di   questa figura mitica persistente - e cangiante: di volta in volta   calice, piatto, pietra e altro ancora - dura quanto l'intero arco della   civiltà occidentale europea. Oltre che la fantastica cerca (i suoi   episodi, le sue fonti, i suoi diversi significati) l'oggetto di questo   vastissimo studio è appunto quella domanda: come mai una così   ingombrante e radicata presenza? Per rispondere l'autore compie del   Graal un'esplorazione spettacolare, minuziosa, spericolata verrebbe da   dire per la quantità di luoghi visitati (cartacei, ideologici,   religiosi, geografici, storici, letterari). Renda è uno studioso di   impostazione Junghiana, per cui a sorreggere il suo sforzo di ricerca di   una vastità più unica che rara, vi è la considerazione del Sacro Graal   come di una realtà, poiché ogni fenomeno psicologico è vero e reale  per  lo psicologo analitico; una realtà viva più di un oggetto  materiale, per  la sua ricchezza di cause e circostanze, nell'universo  dell'Inconscio  collettivo. 

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