venerdì 26 luglio 2013

L’Ordo Equestris Templi Arcadia di Lecce parteciperà oggi e anche per quest’anno alla processione di San Pantaleone a Martignano (Lecce)



L’Ordo Equestris Templi Arcadia parteciperà anche per quest’anno alla processione di San Pantaleone a Martignano che si terrà oggi  26 luglio 2013 dopo la Santa Messa presso la chiesa matrice del paese, intitolata a Santa Maria dei Martiri, a partire dalle 19,00 circa. “Un appuntamento che come ogni anno vede protagonista l’Ordo Equestris Templi Arcadia  - dichiara il Gran Maestro Valentino Zanzarella – di uno dei momenti religiosi più significativi del Salento come la processione di San Pantaleo a Martignano. Testimonianza della vicinanza del nostro ordine alla Chiesa e al suo messaggio. L’impegno dell’Ordo Equestris Templi Arcadia verso i più deboli e i più bisognosi continuerà accanto all’operato delle autorità civili e religiose per contribuire alla crescita morale e sociale del nostro territorio”


Meta di migliaia di devoti, la festa di San Pantaleo costituisce una delle più importanti manifestazioni di fede cristiana della provincia. I festeggiamenti religiosi si intrecciano con quelli civili, frutto del lavoro di un comitato costituito ad hoc, che lavora tutto l'anno per assicurare una festa ricca di luminarie, fuochi pirotecnici, concerti bandistici,ecc. La festa comincia il giorno della vigilia, il 26 luglio, durante il quale il santo viene portato in processione per le vie del paese e festeggiato con lo scoppio di fuochi pirotecnici serali. La statua di cartapesta del santo percorre le vie del paese portata a spalla, ornata dagli ori e dai soldi, cuciti addosso come vestiti, che i fedeli offrono in pegno al loro protettore. Ciò costituisce motivo di attrito tra Curia e comitato patronale, ma il rito conserva la propria tradizione.






venerdì 12 luglio 2013

L'ORDO EQUESTRIS TEMPLI ARCADIA APRE LE ISCRIZIONI AL CORSO DI NOVIZIATO



"L’Ordo Equestri Templi Arcadia nasce, non con lo scopo di ricostituire l’antico ordine dei Poveri Commilitoni di Cristo e del Tempio di Salomone, sospeso amministrativamente nel 1312 con la bolla "Vox in Eccelso", ma con quello di costituire un gruppo di Persone che unite dallo Spirito Templare fossero in grado identifcarsi e distinguersi. Arcadia ricostituisce, al suo interno, l’antica Gerarchia dell’Ordine, e ne segue, adeguatamente con i tempi, l’antica Regola. Opera in tutto ciò che può portare un contributo agli altri, dalle attività Religiose alle attività di Solidarietà, dalla diffusione della Cultura alla diffusione delle Tradizioni, dalla tutela del Patrimonio alla tutela dell’Ambiente. Ma soprattutto si ispira ai profondi valori della Militia di Cristo per compiere ogni azione. E’ su questi valori e su queste caratteristiche che l’Ordo Equestris Templi Arcadia oggi fonda il Suo Spirito e la sua Moralità, accogliendo tra le sue fila Persone che li posseggano e siano in grado di trasmetterli, al fine di formare un'unica Coscienza Spirituale e Morale in grado di rinnovare, nel proprio piccolo, il mondo. (Zanzarella Valentino - Gran Maestro dell'Ordo Equestris Templi Arcadia).
Ora l’Ordo Equestris Templi Arcadia comunica che sono aperte le iscrizioni al corso di noviziato 2013- 2014 che è un percorso di formazione tra simbologia, storia delle religioni, etica templare e cavalleresca, storia medievale, storia dell’esoterismo che cerca di formare quanti vogliono entrare nell’Ordine. In Arcadia non può Accedervi chiunque, ma solo persone che avranno superato le selezioni ...
“Il piccolo stesso diverrà mille, e l'esiguo una nazione potente”. — ISAIA 60:22

Per info:


mercoledì 10 luglio 2013

Un ROD nel video degli Aedo dal titolo "La pancia del mostro" (Official Video)





La pancia del mostro - AEDO
Video ufficiale del brano sulle morti bianche presente nell'album - Saluto al nemico - AEDO - (ULULATI 2013)
Interamente autoprodotto da: Associazione Musicale Culturale AEDO e con la partecipazione del Centro Formazione Danza -OISTROS-. Curiosità: Durante il montaggio del video, revisionando il materiale, ci siamo resi conto di aver catturato in modo del tutto fortuito una creatura molto particolare che è al centro, in questi ultimi anni, di controversia scientifica. Si tratta di un ROD. Può essere visto nel video al minuto 01:16 (appositamente portato al rallentatore) - Il Rod qui presente si contrappone tra la ballerina e la telecamera - Secondo i nostri calcoli basati sul raggio metrico della ripresa e il lasso di tempo che percorre nell'inquadratura (frame rate), la creatura, aveva una velocità variabile fra i 500 e i 600 km/h. Da parte nostra ci asteniamo di dare una definizione personale a tale creatura - delegando ad altri il compito di farlo. Esistono tuttavia in rete migliaia di articoli sulla ricerca che ne è stata condotta che possono essere facilmente consultabili per chi volesse approfondire l'argomento.

La pancia del mostro - AEDO

Music video by AEDO performing La pancia del mostro. 2013 the copyright in this audiovisual recording is owned by ULULATI.

Cast:
Andrea Baldini
Arianna Gaballo
Denise de Matteis
Giada D'amico
Gloria Serafino

Regia, montaggio e post produzione: Giovanni Saccomanno
Aiuto regia e DOP: Giuseppe Donadei
Aiuto regia e MDP: Marco Saccomanno
Segretaria di produzione: Chiara Tricarico
Coreografia: Carlotta Indraccolo
Trucco: Katia Cataldi
Staff Tecnico: Mauro Pispico e Francesco Spada

Immagini di proprietà dell'Associazione Musicale Culturale AEDO
© Tutti i diritti riservati ©



Official video for the track -La pancia del mostro- AEDO's song on workplace deaths off the album -Saluto al nemico - AEDO - (ULULATI 2013).
 This is a fully selfproduced video by: Associazione Musicale Culturale -AEDO- in collaboration with Centro Formazione Danza -OISTROS-.
 Trivia: during the shooting sessions for this video our cameras happened to come across a peculiar creature, which has become a hot topic in the international scientific community; the so-called: ROD. The specimen can be seen at minute 01:16 ( easily seen because of the slow-mo speed of the footage). The ROD was caught on video while flying between the camera and the dancer. According to our calculations based on the actual shooting range and the time it remains on screen ( in frame rate), the creature, was flying at approximately 500 to 600 km/h.
We will avoid to express any personal opinion on this creature, by the way the internet is the perfect source of information for anyone seeking knowledge about it. Enjoy! - ITmYOUsic - Il canale dedicato alla musica Italiana - Trova i tuoi artisti e canzoni preferiti e (ri)scopri i grandi classici della musica Italiana. Iscriviti gratuitamente al nostro canale ITmYOUsic e scopri subito i nostri nuovi video ! - Facebook FanPage: http://www.facebook.com/itmyousic - ITmYOUsic: http://www.youtube.com/ITmYOUsic

L'AUTENTICA STORIA DI OTRANTO NELLA GUERRA CONTRO I TURCHI. DI DANIELE PALMA (EDIZIONI KURUMUNY) IL 12 LUGLIO A ZOLLINO




Verrà presentato il libro di Daniele Palma edito da Kurumuny dal titolo “L'AUTENTICA STORIA DI OTRANTO NELLA GUERRA CONTRO I TURCHI. NUOVA LUCE SUGLI EVENTI DEL 1480-81. DALLE LETTERE CIFRATE TRA ERCOLE D’ESTE E I SUOI DIPLOMATICI”  venerdì  12 luglio alle ore 19,30 presso Palazzo Raho a Zollino in via Vittorio Veneto. Interverranno Antonio Chiga (Assessore alla cultura), Luigi Manni (Ricercatore), Luigi Chiriatti (Kurumuny), Daniele Palma (Autore). L’appuntamento ha il Patrocinio del Comune di Zollino


Più di trecento lettere originali presenti nell’Archivio di Stato di Modena – scritte nei giorni del conflitto e in parte codificate con un alfabeto segreto per comunicare in modo riservato le informazioni più delicate sui rapporti tra varie entità statuali, europee e mediterranee – costituiscono la struttura fondamentale di questo volume sulla guerra turca contro la Terra d’Otranto. Le risultanze che scaturiscono da tali documenti sono confrontate con altri già editi, con la storiografia posteriore e con la saggistica sull'argomento. Sul più vasto scenario della guerra che i turchi portarono in Terra d’Otranto, se da un lato è stato scritto molto, dall’altro sono rimaste molte questioni aperte. Lo stesso discorso vale, naturalmente, per altre questioni, quali l’esatta cronologia dei vari episodi in cui si dispiegò l’invasione turca o lo sterminio di centinaia di otrantini: perché fu voluto e precisamente da chi, con quale criterio  furono scelte le vittime, se ebbero la possibilità di scampare alla morte riscattandosi o abiurando la loro fede, se  questo fu loro richiesto, e altro ancora.

Daniele Palma - Daniele Palma, nato a Calimera (LE) nel 1952, forse perché impaziente di dedicarsi alla neonata passione per l’astrofisica, nel 1970 conclude brillantemente gli studi classici saltando l’ultimo anno di liceo. Negli anni seguenti, in effetti, studia fisica prima a Lecce e poi a Roma, laureandosi nel 1975 con una tesi nella quale introduce un nuovo parametro per lo studio di alcune caratteristiche degli ammassi globulari, grandi concentrazioni di stelle intorno alla nostra galassia. Tra un esame e l’altro trova il tempo di esprimere le sue opinioni – sulla politica, sull’economia e sul costume – in vari giornali locali, spesso da lui stesso fondati, diretti ecc.: forse, crede, per un residuo gusto per il componimento. Intanto pubblica su riviste specialistiche i risultati dei suoi studi: da solo (Evidence and properties of double shell burning stars in globular clusters), con il relatore della tesi (A parametric approach to the slope of the globular clusters giant branches) e con un gruppo di docenti e ricercatori dell’Università di Lecce (‘Mutual relationships between ice mantle and silicate core properties of interstellar grains’). La scoperta, non solo del parametro δ0.6, ma anche del fatto che la ricerca scientifica è bella quanto avara con i suoi amanti, specialmente se questi pretendono di dare uno sbocco concreto ai propri studi in un lasso ragionevole di tempo, lo induce a correggere la propria rotta, quanto basta per approdare ai lidi dell’informatica, scienza e tecnica allora pionieristica. Così, mentre passa attraverso cinque diverse aziende tra Roma e Lecce, riascolta il seducente canto delle sirene che gli rammentano come la sua anima – attratta fino a quel momento un po’ dall’umanesimo e un po’ dalla scienza – può trovare un buon equilibrio affiancando, ad un’attività lavorativa nel segno della logica e dell’elettronica, uno spazio di tempo libero dedicato alla ricerca storica e linguistica, con lo spunto di un’identità peculiare propria di una terra d’origine sospesa tra Oriente e Occidente. Credendo, quindi, di voler conoscere nomi, cognomi e date importanti di tutti i suoi antenati (e delle antenate), intraprende una ricostruzione sistematica delle migliaia di famiglie che sono vissute a Calimera dal Seicento all’Ottocento. Non solo: inseguendo le radici proprie e della moglie Dolores Greco (che sa bene quali attrattive lo tengono molte ore fuori di casa, immerso in fondi archivistici o agricoli), finisce per interessarsi anche del territorio circostante e dei suoi antichi abitanti. Lungi dal cercare improbabili quarti di nobiltà, scopre che i suoi figli, Giuseppe, Maria Veronica e Luigi Matteo, hanno inattesi antenati tra arcipreti di rito greco, mercanti genovesi, scultori, ecc.; e, strada facendo, raccoglie tante altre notizie – forse riportate come curiosità da alcuni benemeriti parroci antichi – che si rivelano particolarmente interessanti per la filopatria. Comincia così a pubblicare questi ritrovamenti, prima connettendoli con una trama narrativa (A metà del guado – Vicende religiose nella Calimera del Seicento [Calimera 1988]; Alba di luna sul mare – Tragedia di Roca tramandata oralmente sull’altra sponda [Galatina 2000]), poi all’interno di saggi lunghi (I Castriota a Calimera, sul Bollettino storico di Terra d’Otranto 10 [2000]; A nord di Kunta Kinte: incursioni e rapimenti in Terra d’Otranto intorno al secolo dei lumi sul Bollettino 11 [2001]) e anche in forma divulgativa (‘Donde Vrani’, Il Campanile di Borgagne; ‘Belloluogo, un nome che viene da lontano’, Quotidiano 29/1/2001, 14; ‘Roca, covo di pirati distrutto da Carlo V’, Quotidiano 4/6/2001, 17). Nel 2002 vedono la luce la monografia Roca – La diaspora unita nel culto di Maria e il saggio Un buon Lagetto inedito sugli eventi del 1480-81 in Otranto sul Bollettino 12, su cui continua, negli anni successivi, la pubblicazione delle risultanze scaturite indirettamente dagli studi genealogici: Cronache di altri tempi: tutti i particolari nei registri; Speranza nell’Essere e certezza del divenire in antichi documenti parrocchiali; Lingua e rito greco a Calimera e negli altri centri dell’area rocana. Nel frattempo, si dà corpo allo studio sulla feroce guerra turca, che colpisce le genti salentine mentre altrove il buio medievale è rischiarato dagli splendori rinascimentali, dando inizio a incubi plurisecolari che accomunano ancora una volta questo lembo d’Italia ai destini della Grecia, in un sincronismo perfetto di morte e resurrezione, fino all’inizio dell’Ottocento. In questo modo, Daniele Palma si ricollega agli studi iniziali sulle affinità culturali in senso lato della propria terra con il mondo ellenico.

Info

MARIA MADDALENA - SANTA O PECCATRICE 3-3

sabato 6 luglio 2013

L'AUTENTICA STORIA DI OTRANTO NELLA GUERRA CONTRO I TURCHI. NUOVA LUCE SUGLI EVENTI DEL 1480-81 DALLE LETTERE CIFRATE TRA ERCOLE D’ESTE E I SUOI DIPLOMATICI DI DANIELE PALMA (KURUMUNY EDIZIONI)



Più di trecento lettere originali presenti nell’Archivio di Stato di Modena – scritte nei giorni del conflitto e in parte codificate con un alfabeto segreto per comunicare in modo riservato le informazioni più delicate sui rapporti tra varie entità statuali, europee e mediterranee – costituiscono la struttura fondamentale di questo volume sulla guerra turca contro la Terra d’Otranto. Le risultanze che scaturiscono da tali documenti sono confrontate con altri già editi, con la storiografia posteriore e con la saggistica sull'argomento. Sul più vasto scenario della guerra che i turchi portarono in Terra d’Otranto, se da un lato è stato scritto molto, dall’altro sono rimaste molte questioni aperte. Lo stesso discorso vale, naturalmente, per altre questioni, quali l’esatta cronologia dei vari episodi in cui si dispiegò l’invasione turca o lo sterminio di centinaia di otrantini: perché fu voluto e precisamente da chi, con quale criterio  furono scelte le vittime, se ebbero la possibilità di scampare alla morte riscattandosi o abiurando la loro fede, se  questo fu loro richiesto, e altro ancora.

Daniele Palma - Daniele Palma, nato a Calimera (LE) nel 1952, forse perché impaziente di dedicarsi alla neonata passione per l’astrofisica, nel 1970 conclude brillantemente gli studi classici saltando l’ultimo anno di liceo. Negli anni seguenti, in effetti, studia fisica prima a Lecce e poi a Roma, laureandosi nel 1975 con una tesi nella quale introduce un nuovo parametro per lo studio di alcune caratteristiche degli ammassi globulari, grandi concentrazioni di stelle intorno alla nostra galassia. Tra un esame e l’altro trova il tempo di esprimere le sue opinioni – sulla politica, sull’economia e sul costume – in vari giornali locali, spesso da lui stesso fondati, diretti ecc.: forse, crede, per un residuo gusto per il componimento. Intanto pubblica su riviste specialistiche i risultati dei suoi studi: da solo (Evidence and properties of double shell burning stars in globular clusters), con il relatore della tesi (A parametric approach to the slope of the globular clusters giant branches) e con un gruppo di docenti e ricercatori dell’Università di Lecce (‘Mutual relationships between ice mantle and silicate core properties of interstellar grains’). La scoperta, non solo del parametro δ0.6, ma anche del fatto che la ricerca scientifica è bella quanto avara con i suoi amanti, specialmente se questi pretendono di dare uno sbocco concreto ai propri studi in un lasso ragionevole di tempo, lo induce a correggere la propria rotta, quanto basta per approdare ai lidi dell’informatica, scienza e tecnica allora pionieristica. Così, mentre passa attraverso cinque diverse aziende tra Roma e Lecce, riascolta il seducente canto delle sirene che gli rammentano come la sua anima – attratta fino a quel momento un po’ dall’umanesimo e un po’ dalla scienza – può trovare un buon equilibrio affiancando, ad un’attività lavorativa nel segno della logica e dell’elettronica, uno spazio di tempo libero dedicato alla ricerca storica e linguistica, con lo spunto di un’identità peculiare propria di una terra d’origine sospesa tra Oriente e Occidente. Credendo, quindi, di voler conoscere nomi, cognomi e date importanti di tutti i suoi antenati (e delle antenate), intraprende una ricostruzione sistematica delle migliaia di famiglie che sono vissute a Calimera dal Seicento all’Ottocento. Non solo: inseguendo le radici proprie e della moglie Dolores Greco (che sa bene quali attrattive lo tengono molte ore fuori di casa, immerso in fondi archivistici o agricoli), finisce per interessarsi anche del territorio circostante e dei suoi antichi abitanti. Lungi dal cercare improbabili quarti di nobiltà, scopre che i suoi figli, Giuseppe, Maria Veronica e Luigi Matteo, hanno inattesi antenati tra arcipreti di rito greco, mercanti genovesi, scultori, ecc.; e, strada facendo, raccoglie tante altre notizie – forse riportate come curiosità da alcuni benemeriti parroci antichi – che si rivelano particolarmente interessanti per la filopatria. Comincia così a pubblicare questi ritrovamenti, prima connettendoli con una trama narrativa (A metà del guado – Vicende religiose nella Calimera del Seicento [Calimera 1988]; Alba di luna sul mare – Tragedia di Roca tramandata oralmente sull’altra sponda [Galatina 2000]), poi all’interno di saggi lunghi (I Castriota a Calimera, sul Bollettino storico di Terra d’Otranto 10 [2000]; A nord di Kunta Kinte: incursioni e rapimenti in Terra d’Otranto intorno al secolo dei lumi sul Bollettino 11 [2001]) e anche in forma divulgativa (‘Donde Vrani’, Il Campanile di Borgagne; ‘Belloluogo, un nome che viene da lontano’, Quotidiano 29/1/2001, 14; ‘Roca, covo di pirati distrutto da Carlo V’, Quotidiano 4/6/2001, 17). Nel 2002 vedono la luce la monografia Roca – La diaspora unita nel culto di Maria e il saggio Un buon Lagetto inedito sugli eventi del 1480-81 in Otranto sul Bollettino 12, su cui continua, negli anni successivi, la pubblicazione delle risultanze scaturite indirettamente dagli studi genealogici: Cronache di altri tempi: tutti i particolari nei registri; Speranza nell’Essere e certezza del divenire in antichi documenti parrocchiali; Lingua e rito greco a Calimera e negli altri centri dell’area rocana. Nel frattempo, si dà corpo allo studio sulla feroce guerra turca, che colpisce le genti salentine mentre altrove il buio medievale è rischiarato dagli splendori rinascimentali, dando inizio a incubi plurisecolari che accomunano ancora una volta questo lembo d’Italia ai destini della Grecia, in un sincronismo perfetto di morte e resurrezione, fino all’inizio dell’Ottocento. In questo modo, Daniele Palma si ricollega agli studi iniziali sulle affinità culturali in senso lato della propria terra con il mondo ellenico.

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