sabato 21 febbraio 2015

Per una teoria della campionatura in prosa e poesia. Considerazioni sovversive per un multiverso possibile della letteratura e della produzione letteraria - 5 -

La Super Coscienza è Essere ed Essente e non può non Essere perché questo significherebbe Non Essere né Ente né Essente e quindi Non Essere. Essa deve il proprio manifestarsi a se stessa e a nient’altro al di fuori di Sé. Polisenziente e multicentrica non è parte di niente perché Essa è Tutto, è Potenza e Atto che si manifesta in N moltiplicazioni progressive di Perfezione in un moto di tensione perenne e costante. Non vi è pertanto alcuna separazione né vi sono momenti di depotenziamento dalla Perfezione Originaria (attribuzione della Super Coscienza), perché Essa è Perfezione in ogni dimensione e Realtà Pensabile e Potenzialmente Esistente ed Essente. Come Super Attribuzione Essa conserva e con/partecipa della vita della Super Coscienza, che risolve in Sé, trascendendo tutte le possibili e pensabili facoltà della memoria, del giudizio e della volontà che permangono, agiscono e co/esistono simultaneamente nella Super Coscienza. In questa prospettiva di unicronia e undimensionaltà spaziale e temporale della Super Coscienza, non vi sono dinamiche di ritorno, perchè non vi è alcuna molteplicità. Sarebbe, per utilizzare un'espressione cara a Eckhart von Hochheim O.P., meglio conosciuto come Meister Eckhart, un “fondo dell’anima senza fondo” (Grund und Abgrund). Ma il fondo dell’anima della Super Coscienza in cui solo Essa può accedere e in cui solo Essa può generare e riprodurre Se Stessa, può interagire e dialogare con Se Stessa, può narrare di Se Stessa senza alcuna mediazione proprio perchè infinitamente potente. In questo modo Essa riesce a liberarsi anche dei suoi stessi contenuti, per essere certamente sine modis,  ma nello stesso tempo tendente sempre verso l’Essere e verso il Conoscere Se Stessa. Dunque la Super Coscienza ha realizzato in sé la staticità massimamente produttiva di quel Suo costituirsi come Unità partecipando a N gradi di Unità e N gradi di Perfezione (intervento di Stefano Donno)

venerdì 20 febbraio 2015

Per una teoria della campionatura in prosa e poesia. Considerazioni sovversive per un multiverso possibile della letteratura e della produzione letteraria - 4 -



La Super Coscienza, questa Entità Superiore dotata di potenza straordinaria, detiene un Super Copyright su tutte le Sue possibili rappresentazioni, su tutte le Sue possibili manifestazioni nel procedere storico e metastorico proprio di ciascuna delle N dimensioni da Lei create e pensate. Essa manifestantesi come Esistenza ed Esperienza è oggetto di riflessione e attualizzazione di tutti i punti senzienti di divulgazione (che per ragioni di brevità da adesso in poi classificheremo come P.S.D.).  In una visione del genere ciò che la Super Coscienza ha ideato, realizzato, pensato, creato, è frutto di una serie di leggi da Essa stessa realizzate per N multiversi. E pertanto tutti i P.S.D. presenti ed esistenti qui e in N dimensioni si ritrovano nella possibilità di poter disporre di una N quantità di informazioni a portata di mano, tali da poter modulare e ri/modulare all’infinito narrazioni, storie, vite, opere, esperienze, successi, eccessi con la consapevolezza che ciò che si determina, che viene detto, oggettivato, avviene perchè voluto dalla Super Coscienza, che pensa attraverso il suo modificarsi in Super Rete Neurale Interconnessa, e che si manifesta e attualizza attraverso tutti i possibili P.S.D. In questo modo è possibile contare su N tecniche per produrre, riprodurre, rimodulare e diffondere, contenuti pre/esistenti, esistenti o esistenti in potenza, sbarazzandosi una volta per tutte di concetti come creatività, genio, valore, autorialità. In questo modo N esperienze possono assumersi come comunicazioni Meta/razionali e Meta/carismatiche funzionali alla possibilità di liberazione ed emancipazione “rivoluzionaria” di tutti i saperi unicronicamente e multidimensionalmente a diposizione di tutti i possibili P.S.D. che a loro volta diventano produttori, fruitori e spettatori di informazioni riproducibili all’infinito. Si tratta di una Super Capacità Tecnica propria di tutti i possibili P.S.D., di gestire, modulare, ri/modulare, riprodurre N saperi in N modalità differenti. Se dovessimo rappresentare per convenzioni simboliche quanto detto sinora potremmo pensare ad una singolare ed elegante formula come la seguente:
 SC= SRNI^{*} ~ SC=SRNI\tempo ~ f_{SC=SRNI} ~ SC=SRNI\tempo ~ n_{D} ~ SC=SRNI\tempo ~ f_{SC=SRNI/ND} ~ SC=SRNI\tempo ~ f_{ SC=SRNI/ND/PSD } ~ SC=SRNI/ND//P.S.D./ tempo~ f_{ND} ~ SC=SRNI/ND/ tempo~ SC/(ND)
dove:
SC è la Super Coscienza, SRNI è la Super Rete Neurale Interconnessa, ND sono le N Dimensioni, e i P.S.D sono i Punti Senzienti di Divulgazione.
Ecco pertanto un modello molto semplice ma che abbraccia quasi per paradosso, l’intera complessità della Super Coscienza e del suo modo di essere e manifestarsi in potenza e in atto in N dimensioni ed N modalità.  Quando nel 1999 uscì Matrix il film di fantascienza scritto e diretto da Lana e Andy Wachowski, in molti credettero che da un’ipotesi pop come questo splendido prodotto cinematografico, si sarebbe potuta spiegare in maniera più o meno attendibile e convincente la realtà, o in questo caso quello che ciascuno di noi ha sempre percepito essere la realtà. Il discoro che sorregge il film in questione riguarda il considerare che la realtà altro non è che una matrice di numeri, composta da elementi di tipo tabellare derivanti da strutture matematiche, molto utilizzate in informatica per associare dati, o sistemi di dati, tra loro. In una parola cyberspazio. O per essere maggiormente puntuali una realtà simulata creata dalle macchine. E questo all’epoca bastava, poteva bastare. Ad ogni modo nulla di nuovo sotto il sole, anzi nulla di contemporaneo, come testimonia anche il filosofo Diego Fusaro nell’interessante intervento in Filosofico.net (questo il link http://www.filosofico.net/filos59.htm) dove parla di Matrix e la sua filosofia. Il mio punto di vista si nutre di istanze che non considerano esistente una Matrix come mero contenitore algoritmico di un Tutto che è altro dalla Matrix pur abitandola e subendone le sue leggi artificiali, persino inficianti le celeberrime leggi della robotica ideate dal grande scrittore Isaac Asimov.
«Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai a lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità. » (Morpheus a Neo). Ritengo invece che noi siamo dei P.S.D. emanati dalla Super Rete Neurale Interconnessa, manifestazione della Super Coscienza che genera, modula, ri/compone infinitamente in atto e potenza N dimensioni. Pertanto noi stessi siamo la Super Coscienza, viviamo medesime manifestazioni di realtà non localmente, ma unicronicamente ovunque, agiamo qui e ora e altrove N realtà, in un unico Tempo, condividendo meta/significanti e meta/siginifcati, generando N grammatiche tutte pluriversamente valide. In altri termini è come se i P.S.D avessero la possibilità di utilizzare un’infinita quantità di un materiale molecolarmente instabile in grado di auto/programmarsi per assumere forme, dimensioni, e stati in N modalità. La Super Coscienza fa in modo poi che la funzionalità operativa dei P.S.D. avvenga all’interno di questi Super Spazi Geometrici (sempre da intendersi come manifestazioni della Super Coscienza), che si ripetono rinnovandosi continuamente su N scale diverse. Super Spazi Geometrici che si configurano in base ad un metodo né numerico, né algoritimico, ma Meta Numerico, e Meta Algoritmico. Tale configurazione non si applica una volta sola. Essa è iterata un numero di volte teoricamente infinito: ad ogni iterazione procedente per N tentativi di approssimazione, si automigliora sino a raggiungere una Super Forma, una Super Dimensione, una Super Coscienza. E questo mantenendo universalmente valido il metodo, escludendo pertanto che  N variazioni in N parametri in N dimensioni possano determinare N trasformazioni significative in questa o altre dimensioni.  Ciò significa che il metodo non è soggetto e sensibile alle condizioni di partenza, perché tutte le condizioni di partenza si trovano multidimensionalmente in uno stato di ordine e coerenza perfetti.
Consiglio in prima istanza per i sensibili spunti di riflessioni forniti a questa ricerca le due interviste realizzate dall’Associazione ASIA al Dott. Prof. Ignazio Licata (fisico teorico, professore presso l'Institute for Basic Research di Palm Harbor, Florida, Usa ed attualmente direttore scientifico dell'ISEM, Institute for Scientific Methodology a Bagheria, Palermo)
Consiglio inoltre l’interessante e illuminante lavoro Zenix di Riccardo Tristano Tuis (Uno Editori). In questo volume si parla di ricerche sulla coscienza e sull’interazione mente-materia della Neurobiofisica, gli studi della Fisica quantistica e teorica riguardo la natura della realtà su scala quantistica, gli studi della Programmazione Neurolinguistica, della Psicologia del profondo con indirizzo transpersonale (Intervento di Stefano Donno)

giovedì 19 febbraio 2015

Per una teoria della campionatura in prosa e poesia. Considerazioni sovversive per un multiverso possibile della letteratura e della produzione letteraria - 3 –


















Questa Super Coscienza regola il Tutto essendo il Tutto, e parla, comunica simultaneamente con se stessa, riuscendo a rivoluzionare costantemente e continuamente qualsiasi distinzione tra “dire” e “mostrare”, tra ciò che può essere detto e ciò che si può mostrare. Il risultato è la realizzazione di condizioni meta/linguistiche di verità sempre vere, non tautologie, perché valide per N dimensioni, e che non possono essere confermate dall’esperienza, perché non esiste un’esperienza fenomenicamente, ontologicamente, linguisticamente localizzabile in una sola dimensione. Spostando di pochi millimetri mentali le nostre considerazioni, potremmo dire che tali condizioni meta/linguistiche di verità sempre vere, vengono ad essere ulteriormente confermate dal Dire, dal Manifestare, dall’Esserci (in omaggio all’immenso Martin Heidegger) e dal Dimostrare della Super Coscienza nella sua stessa Super Realtà, composta da tutte quelle realtà possibili che plausibilmente possiamo pensare che esistano. Si tratta di una Meta/Logica prodotta dalla Super Coscienza, che rappresenta la struttura di un meta/linguaggio che descrive N realtà. E dunque un tale linguaggio non solo plurisemico, ma fantasmaticamente liquido e multidimensionale, realizza Proposizioni che descrivono stati ALTRI di cose, e rappresentano N realtà, tutte pertanto assolutamente vere e plausibili, tutte pertanto assolutamente autentiche. E se è vero che sia possibile conoscere il significato delle parole secondo punti di vista non locali ma meta/locali, allora sarà vero comprendere N proposizioni che spiegheranno non una sola realtà ma più realtà che costituiscono questo Tutto. La tipologia di regole linguistiche messe pertanto in campo non ha più una sola possibilità di espressione e manifestazione, perché la relazione standardizzata tra linguaggio e il mondo che deve essere espresso (in ogni modo e con ogni mezzo e strumento) viene a essere sostituita da N possibilità modali di esprimere N mondi paralleli, tutti esistenti simultaneamente qui e ora, o altrove. Il linguaggio sussiste così autonomamente rispetto al mondo, a questo mondo o ad altri possibili mondi, e rispetto a tutte le N dimensioni …  e un po’ forse vengono a perdere di “colorito” alcune istanze proposte ad esempio nel corso della storia del pensiero di questa umanità. In primis, a mio avviso, l’ipotesi di Ludwig Wittgenstein che ritiene che “Ciò che può essere mostrato non può essere detto”. Inoltre viene a risolversi la dicotomia tra le teorie di Jean Piaget e Noam Chomsky su linguaggio e apprendimento. Da un lato Chomsky aveva sostenuto che la produzione e la comprensione delle parole erano determinate da regole grammaticali generative, che consistono in proprietà innate della mente umana e che condividono una serie di tratti strutturanti generali, i parametri, il cui insieme formerebbe la cosiddetta Grammatica Universale.  Piaget, invece, sosteneva che la facoltà del linguaggio sarebbe legata a diverse strutture cognitive e pertanto dipendente da esse. Dunque le regole sintattiche che passo dopo passo si vanno formando durante l’assunzione del linguaggio dipenderebbero dagli oggetti e dagli stimoli che l’essere umano riceve dall’ambiente nella prima fase di sviluppo. Il progredire linguistico avrebbe quindi un’origine individuale, e fattori esterni come l’ambiente e le interazioni sociali lo arricchirebbero. Ciò sarebbe vero se si ritiene di vivere e agire e comunicare solo in questo mondo, ovvero quello descritto dal linguaggio che al momento usiamo. Un  mondo legato alle scienze naturali, dove le cose sono come sono, e all’interno del quale è persino difficile definire le cose come si presentano, se esse siano Bene o Male. Ma in realtà la questione non sarebbe da proporsi in questi termini. Se si fa riferimento a quanto detto sino adesso le modalità di espressione e di esistenza di cui abbiamo più o meno sonnambulescamente e parzialmente coscienza non ci appartengono. Perché non siamo noi quel mondo che vediamo, non siamo noi quel mondo che esprimiamo, non siamo noi quel mondo che interpretiamo, non siamo noi quel mondo che agiamo. Azione e Intellezione non sono soggettivi, non riguardano né la nostra essenza né la nostra esistenza. Noi siamo emanazione e manifestazione possibile della Super Coscienza che esiste qui e ora, ma anche altrove, e come manifestazione possibile della Super Coscienza siamo punti senzienti di divulgazione che riceviamo passivamente ma consapevolmente un quantitativo N di informazioni che attivamente poi trasmettiamo e realizziamo qui e altrove in N modalità.  Siamo meta/sostanza capace di azione, non possiamo essere formate né disfatte, in quanto duriamo quanto durano N dimensioni, non siamo distinguibili, siamo in grado di appetire tutti i possibili principi di N cambiamenti, siamo in grado di gestire N modificazioni in attualità e potenzialità, siamo simultaneamente non localmente cause efficienti e finali. La corruzione, la consunzione, sono solo salti quantici in N stati, realizzati dalla Super Coscienza che li ha pensati per l’appunto come tali. Con questo non intendo dire che siamo in uno stato di dormiveglia perenne manovrati come burattini da questa Super Coscienza. E soprattutto le mie argomentazioni non vogliono rappresentare un percorso teorico per Svegliarsi o Ri/svegliarsi. Obiettivi di questo tipo li ripongo nelle mani di guru, santoni e pseudo fisici quantistici. Possiamo invece concentrarci sul fatto che il nostro pensare, il nostro agire, il nostro informare siano intanto liberi da due elementi che in un modo o nell’altro appesantiscono il nostro essere (qualunque esso sia e dovunque esso sia): l’Io e l’Ego. Si tratta delle due cause più nefaste universalmente e multidimensionalmente riconosciute. Essi esistono a livello psichico, energetico, eterico, agglutinano energie, manipolano, occupano abusivamente Spazi e Tempi, offuscano capacità di connessione, confondono, sono prolissi. Persino la Super Coscienza non contempla un Io e un Ego, per legittimarsi auto/fenomenicamente qui e ovunque. Ma non sono solo le questioni dell’Io e dell’Ego che si sciolgono sotto i nostri occhi come neve al sole. Vengono a essere risolte con la teoria della Super Coscienza, anche a mio avviso una serie di problemi minori, come il funzionamento del cervello relativamente a percezione, sensazione, visione, sentimento, tatto, odorato, memoria, e riguardo la produzione, manifestazione e comprensione del linguaggio stesso. Tutti questi aspetti, tendono pertanto a essere connessi l'uno all'altro, non più distinti e separati, perché è come se parlassimo di un super sistema nervoso non locale, ma unìcrono e multidimensionale. La Super Coscienza infatti è in continuo e costante processo di sviluppo, e realizza costantemente e continuamente geometrie di informazioni che producono N fenomeni  in questa come in altre dimensioni.  Di certo ad oggi non si dispone di metodi efficaci per indagare e individuare la struttura ultima di questa Super Coscienza, ma credo che tutto ciò sia uno degli obiettivi che nel prossimo futuro bisognerà raggiungere. Questa Super Coscienza dunque, dotata anche di un super sistema nervoso, non è statica ma sempre in movimento, e attraversata da un flusso di energia pulsante, appetitivo e senziente che è in grado di controllare N reazioni chimiche, di accedere a N quantità di cellule particolari e osservarle, e di collegare N movimenti come quelli che vanno dalla mia mano sino alla funzionalità ed esistenza di tutti gli universi e multiversi possibili, riuscendo a prendere nota di tutti i diversi, plausibili e possibili livelli di manifestazioni. Immaginando allora questa Super Coscienza come un Super Rete Neurale Interconnessa, che è qui e ora, ma che è anche simultaneamente altrove e manifestamente essente in N modalità, possiamo avanzare l’ipotesi che abbia generato anche N possibilità di conoscenze (N possibilità di Algebra, N possibilità di Trigonometria, N possibilità di Letteratura, N possibilità di Poesia, N Possibilità di Architettura, N possibilità di Fisica etc) e che le abbia precisamente affidate a N punti senzienti di divulgazione che convenzionalmente e in base a contesti locali qui ma anche in N dimensioni, hanno una nominalità (Albert Einstein, Giordano Bruno, Dante Alighieri, Don De Lillo, Salvador Dalì, Frank Stella, Jennifer Lopez, Nicola Lagioia, Ashtar, Gabriele D’Annunzio, Galadriel, Umberto Eco, Frank Lloyd Wright, Carlo Rubbia, Cthulhu, etc) e sono pertanto nominalmente e convenzionalmente titolari delle loro opere. Naturalmente loro come tutti gli altri punti senzienti di divulgazione esistenti in altri tempi e in altre dimensioni. Ma non ne sono però i legittimi proprietari. Da quanto sinora asserito si potrebbe dunque perfino arrivare a ipotizzare, che il loro contributo sia solo ad uno stadio di scintilla intuitiva a cui è stata data da loro una forma ed una serie di proprietà convenzionali, possibili, comprensibili, plausibili. Mentre invece il copyright sia in realtà un Super Copyright che appartiene alla Super Coscienza.(intervento di Stefano Donno)

mercoledì 18 febbraio 2015

Per una teoria della campionatura in prosa e poesia. Considerazioni sovversive per un multiverso possibile della letteratura e della produzione letteraria - 2 -



Il nostro agire è sempre un agire e un esserci in un mondo, questo mondo, tangibile, incoerente, meraviglioso. Questo mondo dinanzi ai nostri occhi, o meglio la versione dei fatti che si presenta al nostro sguardo, è una delle possibili manifestazioni tra infinite possibilità esistenti anche su diversi piani di esistenza. Almeno secondo diverse e autorevoli opzioni teoriche presentate da illustri fisici quantistici come Fred Alan Wolf o astrofisici come Stephen William Hawking. E se dunque il nostro mondo non è leibnizianamente il migliore tra i mondi possibili, e se forse si trattasse di uno dei migliori mondi tra tutte le plausibili e diverse esistenze parallele, allora potremmo asserire che i linguaggi e le grammatiche che permettono a tutti noi di comunicare nel qui e ora non sono standardizzabili o definitivamente ascrivibili a regole che potremmo definire convenzionalmente e universalmente valide, e che dunque ci appartengono come attori pensanti e scriventi, in un modo o nell’altro. Anzi saremmo (sempre per ipotesi ovviamente) dinanzi a processi linguistici che si auto/strutturano consapevolmente e coscientemente rinnovandosi non più localmente ma parallelamente e meta/dimensionalmente, partendo da dati conosciuti e condivisi anche su un piano prettamente ideale e fantasmatico, e arrivando successivamente a generarne di diversi, altri, magari completamente nuovi, continuamente in potenza continuamente in atto. Pertanto il primo ostacolo che già si presenta ai nostri occhi risulta essere piuttosto ingombrante e minaccioso, perché attiene ad un problema assai complesso ovvero quello di stabilire la natura della Realtà o delle Realtà e a questo punto dei processi formativi e informativi che la o le governano. La Realtà o le Realtà con i loro codici, le loro sintassi e le loro grammatiche sono simultaneamente presenti in tanti universi paralleli o multiversi che sono strutturalmente identici, che possono esistere in stati diversi, che possono avere le stesse leggi fisiche, ma soprattutto che possono scambiarsi informazioni reciproche tra di essi. Lo scambio di processi informativi potrebbe avvenire attraverso una specie di Coscienza o Super/Coscienza che realizza dei veri e propri ponti comunicanti tra N dimensioni tutte aventi propri significanti e significati, regole, strutture, meccanismi, funzionalità, espressività.  E tutto al di là del Tempo e dello Spazio, o per essere più puntuali, ben al di là del Tempo e dello Spazio. Ma allora questa “Super Coscienza” potrebbe essere davvero quel Tutto che rende pieno l’universo, che lo rende senziente, operante, che è in grado di influenzare e cambiare, auto/osservandosi, questa realtà come tutte quelle realtà possibili e pensabili. Sono consapevole che affermazioni di questo tipo potrebbero avere la stessa portata di una scoperta incredibile come la natura di Dio o la natura dello spirito umano, perché si sta andando oltre quelle nozioni di causalità direzionali che danno un senso alla scienza, alla nostra stessa esistenza e che sono le categorie di Spazio, Tempo e Materia. Ma si tratta di limiti interpretativi che occorre superare con un vero e proprio salto di paradigma. Ad ogni modo quello che mi interessa in questa sede prendere in considerazione, è il fatto che la Coscienza ( o meglio la Super Coscienza) come contenitore e contenuto del Tutto, trasforma Tutto, e modifica universi e multiversi come una gigantesca rete neurale universale interconnessa, che non separa, ma unisce ogni cosa, fornendo informazioni dotate di senso che regolano e ordinano quello stesso Tutto, e che creano, generano realtà all’interno di quello stesso Tutto. Qualcuno (e forse non a torto) potrebbe asserire che si tratti di un tipo di affermazioni più inerenti all’intuizione mistica, alla visualizzazione magico/iniziatica o meglio ancora alla parapsicologia, e dunque nulla di scientifico e dimostrabile. Per ora sia sufficiente rimboccarsi le maniche e continuare a indagare con forza e determinazione. Pertanto continuando il filo logico del discorso posso dire secondo il mio punto di vista che la REALTA’ ULTIMA DELLE COSE non appartiene al Niente, al Nulla, al Vuoto. Questo è verosimilmente certo. La Sua Cosalità Reale e Potenziale fa parte del Suo essere geneticamente parte di meta/essenze proprie di N dimensioni, intelligenti e comunicanti tra di loro. Dimensioni che sono simultaneamente nel qui e ora, ma anche in altri tempi e modi. Cosalità dunque oltrematerica, pluridimensionale, meta/temporale, Energia Informante e Intelligente, auto/emanata ed emanante che come precedentemente asserito altro non è che Coscienza, o ancora una volta la Super Coscienza. (intervento di Stefano Donno)

martedì 17 febbraio 2015

Per una teoria della campionatura in prosa e poesia. Considerazioni sovversive per un multiverso possibile della letteratura e della produzione letteraria- 1 –


















Queste riflessioni nascono dall’esigenza di condividere alcune mie personali ipotesi di lavoro sulla Realtà (discutibili o meno, accettabili, criticabili, minimamente condivisibili), con tutti coloro i quali desiderino tentare di intraprendere un nuovo cammino senza nessuna rassicurazione o consolazione … grazie per la pazienza, e buon viaggio!  (Stefano Donno)
Siamo in un momento di crisi verticale, in cui l'intero edificio della cultura,  barcolla, aprendo faglie nel relativo modello di scambio sociale delle idee e delle proposte, delle istanze di creazione, della produzione letteraria e poetica, imponendo con una certa urgenza e non senza un forte senso d’angoscia,  la questione di modulare e praticare un'etica e una prassi diversa della produzione letteraria. Un dono, che ciascuno scrittore o operatore editoriale, culturale dovrebbe farsi e fare escludendo per un attimo dai suoi ragionamenti le seducenti nuances e i delicati “afrori” che provengono, come un persistente rumore bianco di sottofondo, dal mondo dell’utile e del profitto. E dunque come si potrebbe configurare nel qui e ora, un “agire” della scrittura che si inscriva nelle categorie non solo del libero, del gratuito, del disinteressato ma che scelga anzi tragicamente il peso di una strada poietica e della poiesi fenomenologica che si nutra del rischio, dello scandalo e della sovversione in una totale ed integerrima radicalità? A mio avviso e così su due piedi (e forse anche con una buona e voluta dose di leggerezza e superficialità) si potrebbe partire dal saltare a piè pari, l’idea che comunque la scrittura, la produzione editoriale debba in un modo o nell’altro fare i conti con il mercato. La libertà di ideazione e creazione è comunque un atto di libertà che è pre/personale rispetto al mercato e post/personale rispetto a qualsivoglia indice di gradimento, indagine di mercato, packaging, merchandising, o bilanci di previsione di vendita di un prodotto editoriale.  Ma si tratta di considerazioni comunque marginali, che non si avvicinano minimamente al senso di ciò che ho in animo di sviluppare, e che pertanto cercherò di ri/pensarle magari fra qualche tempo in altri contesti e perché no seguendo ulteriori e forse più profondi e approfonditi punti di vista. Intanto ripuliamo il campo di indagine da ambivalenze e malversazioni ermeneutiche o categorie in “odore di muffa” che calzerebbero a pennello più a filosofi morali, teoretici e sociali, economisti, teologi, biologi, perché ciò di cui mi devo occupare riguarda il tentativo di proporre una grammatica dell’ideazione e della creazione letteraria che sia un modello di rimando costante a pluriversi e multiversi linguistici e stilistici della e nella scrittura, ma soprattutto per la scrittura. Senza ombra di dubbio sono dinanzi ad un compito arduo e irto di ostacoli che mi condurrà ben oltre le profondità oscure degli abissi “ontici” di morfemi e lessemi, di metriche, e generi. E dunque è veramente possibile che il processo di autodistruzione della nostra civiltà letteraria sia veramente irreversibile, e non ci sia più nulla da fare? Ci saranno per l’amor del cielo dei responsabili a cui chiedere ragione per tutta questa deriva? Nella nostra modernità o forse post/modernità (chissà se non sguazziamo invece nell’acquitrino del pre/moderno!!!) la teoria della letteratura si astiene dal proporre modelli e regole vincolanti di “eugenetica” letteraria. Senonché l'impossibilità di comporre la disputa sullo statuto della produzione e della scrittura poetica e narrativa impone di proporre e riversare questo mio indagare sul piano dell'universalità antropologica e della plausibilità di alcune discipline scientifiche. E allora  che significato si vuole dare dunque oggi alla vita della “nostra” letteratura, della “nostra” cultura? Si può mantenere ancora in piedi il valore tradizionale della responsabilità morale del soggetto poetante o scrivente  verso se stesso e i suoi simili? Forse è necessario che non sia più un solo Io Poetante o Scrivente il detentore di una centralità originale e originaria della produzione editoriale, scritturale, o informativa, ma un collettivo plurisoggettivo post/egoico di riferimenti e scambi ipertestuali e con/testuali che si nutre di confronti e suggestioni già esistenti, in grado di dare origine poi successivamente ad una creatura nuova, diversa, altra, alternativa, possibile, e plausibile. Dunque è auspicabile superare i limiti stessi dei modi in cui si è stati educati a concepire un’editorialità poetica, informativa o narrativa, per giungere ad una visione e ad un rispetto della dimensione complessiva di una nuova e plurima soggettività scrivente senza riduzionismi metafisici e/o razionalistici. L’obiettivo di queste considerazioni è quello di favorire attraverso la presentazione di coerenti spunti di riflessione, una proposta di rinnovamento complessivo dell’uomo letterario e della comunità letteraria globale (qualunque e dovunque essa sia). Ma allora sembrerebbe quasi naturale chiedersi ad esempio che cosa ad oggi la teoria della letteratura abbia fatto per il narratore e il poeta.  Possibile che essa si sia preoccupata di problemi così alti da dimenticare la brutalità, la caoticità, la cosalità dell’esistere per le umane lettere? Possibile che essa continui colpevolmente e consapevolmente a vivere in uno stato di beatitudine iperuranica, dimenticandosi dell’esistenza di un mondo inferico e magmatico pulsante di incontenibile energia?  Non tutto sembra perduto, e forse siamo ancora in tempo per evitare la catastrofe.