sabato 31 dicembre 2011

Il posto maledetto di Candido Rizzi (Youcanprint)





















Una giovane donna viene trovata priva di vita nella sua abitazione in località Fucine, località che dista un chilometro dal paese di Cavizzana, dove un tempo si lavorava il ferro, ecco il perché del toponimo Fucine. Questo fatto di cronaca ha destato ancestrali paure e tristi ricordi di quel posto, il posto maledetto, a detta degli anziani del paese. L’avvicendarsi di altre morti e di fatti negativi avvenuti sempre in questo luogo, mi ha spinto a una ricerca storica, che mi ha portato alla conoscenza di una maledizione lanciata dal prete del paese nel lontano 1813, per colpa di una bella donna, tanto bella, tanto spietata e cinica, amante della ricchezza e di se stessa più di ogni altra cosa. Questo romanzo racconta di un giovane ricco che, dopo negative vicissitudini, da Brescia si trasferisce a Masi di San Martino (Cavizzana) e qui costruisce delle fucine, appro­fittando della risorsa idrica del posto. La ­fiorente attività attira operai, fabbri ferrai, maniscalchi, dando loro la possibilità di avere uno stipendio, quindi disponibilità di denaro, cosa rara a quei tempi, poiché si usava il baratto come moneta. Una bella e avida donna, sposata in terze nozze con un vecchio e ricco commerciante, dotata di uno spiccato senso degli a‑ffari, intuisce la possibilità di arricchirsi alle spalle degli ignari operai. Apre alle fucine una locanda, che presto diventerà una casa da gioco e di piacere, dove i malcapitati operai dissiperanno i loro stipendi. Ma a questa donna la ricchezza non basta, s’innamora del giovane imprenditore Tobia, il quale però non corrisponde essendo lui, a sua volta, innamorato di una giovane e bella abitante del villaggio, con la quale vuole unirsi in matrimonio. La bella e per­fida locandiera farà di tutto per impedire che questo accada, sarà l’eterna lotta del bene contro il male, dell’egoismo contro l’altruismo, dell’odio contro l’amore. Nel romanzo, gli elementi della natura avranno un ruolo determinante, soprattutto il vento che, in una magica sequenza, farà da ­filo conduttore in circostanze misteriose.


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